gioventù precaria

Da Ducdauge @ducdauge

Giovani, precari. Due parole che oggi vanno molto d’accordo: giovani e precari, un binomio perfetto! Tempo fa qualcuno ha provato a sostituire la parola giovane con bamboccione ma il baratto a troppi sembrò un azzardo. Certo che di giovani/bamboccioni ce ne sono… ma fortunatamente sono una piccolissima cerchia ristretta, una elite riservata a pochi (beati loro!) “orgoglioni”! La storia dell’uso della parola “precario” in realtà è particolare: se inizialmente si utilizzavano gli acronimi co.co.co. o co.co.pro., col passare del tempo si è preferito dare un nome ad ogni cosa (azione che coincide spesso col legittimare e dare importanza a un qualcosa che importanza non ha). Così sono nate le professioni di dialogatore, operatore di call center, addetto alla vendita, agente plurimandatario, tutte parole che venivano e vengono associate a “provvigione” e “azienda serissima cerca”. Col tempo la lingua cambia, si sa, e anche le “aziende serissime”: la prima per semplificare ha raggruppato tutte le precedenti professioni in un’unica semplice definizione, lavori precari; le seconde sono cambiate anche loro, perdendo d’improvviso la tanto conclamata serietà, licenziando  ancor prima di pagare il primo stipendio, che nel frattempo si era ridotto semplicemente a provvigione.

Facciamo un po’ di etimologia: la parola “precario” deriva direttamente dalla parola latina PRECARIUS ovvero “ottenuto per preghiera”. Bastassero le preghiere! Oggi, lo sappiamo fin troppo bene, si fa molta fatica anche a trovare un lavoro a tempo determinato,  un passatempo che ti faccia guadagnare qualche spicciolo. E spesso bisogna essere anche “disposti a tutto” per racimolare qualche mollichina di denaro. Perché in questi tempi di crisi bisogna fare sacrifici: c’è anche chi, immaginate, aziende ed enti pubblici, decide di sacrificare il proprio budget per arrotondare e gonfiare gli stipendi dei propri veterani dipendenti, e offrire a giovani e neolaureati ultra-qualificanti tirocini e stages in cambio di forza lavoro gratis, suggerendo un chiaro ed esplicito ritorno ad un’antica e incivil pratica pre-moderna meglio conosciuta col termine di schiavitù.

L’etimologia di “giovane” è molto più complessa. Ma qui riporterò soltanto le definizioni che a me sembrano più significative: da JUVARE, colui che giova, e colui che combatte… e in tempi di crisi, gente così potrebbe anche essere utile.