Gioventù torbide

Creato il 13 maggio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Lo scapestrato attacco di Letizia Moratti a Giuliano Pisapia fa riflettere. Se Pisapia è colpevole di aver avuto un passato vicino alla Sinistra violenta, cosa dobbiamo pensare di altri personaggi che hanno vissuto ardore il ’68 e gli anni di piombo e ora costituiscono la classe dirigente italiana?  Luca Telese del Fatto ha oggi risollevato i fantasmi del passato di molti protagonisti della scena politica.

Massimo d’Alema si è vantato più volte di aver tirato una molotov durante il ’68 a Pisa. Gianfranco Fini nel ’77 è stato ferito a un ginocchio dall’esplosione di un candelotto durante gli scontri con le forze dell’ordine. Fabrizio Cicchitto va fiero delle tante botte date ai fascisti. 

Alemanno ha una celtica tatuata al collo, è stato arrestato qualche giorno per aver fermato la macchina di George Bush senior e ha condiviso la cella con il camerata Paolo di Nella, poi assassinato dagli autonomi. Ignazio La Russa girava per San Babila con il cane lupo e il suo soprannome era eloquente: La Rissa.

L’avvocato Gaetano Pecorella nell’87 si è prodigato in un’arringa in cui sosteneva che il pestaggio a colpi di Hazet 37, che è una chiave inglese, è una legittima applicazione di un principio costituzionale. Il saggista Toni Negri elogiava chi si camuffava con il passamontagna e sparava con la P38.

Giorgio Stracquadanio, Pierino del PDL, ha un passato rosso e spesso ha sostenuto di essere amico degli uomini dei servizi d’ordine che hanno spaccato la testa al missino Sergio Ramelli. Marcello de Angelis, nuovo diretto del Secolo d’Italia, è stato latitante a Londra e animatore del gruppo musicale 270bis, articolo che persegue l’associazione sovversiva.

Adriano Sofri, editorialista di Repubblica, è stato condannato in modo definitivo a 22 anni di carcere per essere stato uno dei mandanti dell’assassinio del commissario Luigi Calabresi, ai tempi di Lotta Continua, in risposta alla misteriosa morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli. Micciché apparteneva a Lotta Continua, Frattini da giovane diffondeva Il Manifesto.

Allora, tutti colpevoli?

Ah, sarebbe un male?


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