Gipi – Unastoria

Da Arpio

C’è chi lo identifica come una cosa per bambini, c’è chi lo snobba perché i libri fanno più intellettuale, c’è chi preferisce guardarsi un film. Il fumetto e la graphic novel hanno avuto tanti appellativi, subito tanti snobbismi, per lo più da persone che non hanno mai preso in mano un fumetto o letto una graphic novel. Sì sa già da tempo che è l’ignoranza che crea l’intolleranza, ma le barriere possono cadere e la conoscenza può creare nuova consapevolezza. Io leggo fumetti da tutta una vita ormai e sono abituato al loro incedere. Negli anni anche le graphic novel mi hanno appassionato non poco, da ultime quelle pubblicate da Zerocalcare, ed è stato proprio leggendo un suo post su facebook che mi sono avvicinato a questo Unastoria di Gianni Pacinotti, in arte Gipi. Una graphic novel così bella e intensa che l’ho divorata in pochissimo tempo. Se pensate che solo un buon libro possa farvi venire la pella d’oca e crearvi una sensazione di calore all’interno del petto, vi sbagliate di grosso e questa graphic novel ne è la prova.

Come dice la quarta di copertina, Unastoria sono due storie. Da una parte Silvano Landi, scrittore 50enne che vede andare la sua mente e la sua psiche in pezzi e dall’altra Mauro Landi, suo nonno, che combatte al fronte durante la prima guerra mondiale. Al contrario di quello che suggerisce il titolo, però, la “storia” raccontata nel libro è la cosa meno importante. Quello che c’è al centro è l’umanità, la sua debolezza e la sua bellezza. Mano mano le storie lasciano il passo al flusso di coscienza dei due protagonisti, alle riflessioni sul mondo, sull’amore, la guerra, la bellezza, la coscienza e il lavoro che fa la mente. Momenti onirici come la discussione sull’evoluzione del volto umano, da liscio a definito grazie alle lacrime che l’hanno scavato, o la fragilità della mente umana, si alternano a fatti concreti come la voglia di libertà quando si è costretti in una “prigione” o quello che un uomo farebbe pur di sopravvivere. Le coscienze e le storie di Silvano e Mauro si intrecciano e il primo sembra pagare lo scotto per le colpe del nonno. Una storia poco lineare, fatta di flashback e ritorni al presente senza interruzione, che si compone continuando a leggere con salti d’intuito e ritorni al passato.

A rendere questa graphic novel eccezionale, però, non è solo il profondo messaggio che ne scaturisce, ma anche gli splendidi disegni di Gipi. L’autore passa rapidamente da disegni stilizzati e realizzati velocemente, a tavole più dettagliate e concrete a seconda della situazione. Gipi non si limita alla classica tecnica fumettistica e nella graphic novel troviamo più di una tavola realizzata con acquerelli, quasi un quadro tetro e uggioso, riscaldato a tratti dalle luci rosse di un’automobile.
Unastoria è un stralcio di vita, senza un reale principio, senza una reale conclusione, che ci racconta se non il senso dell’esistenza, almeno la sua mancanza di un senso. Le matite di Gipi sono delicate e sinuose, ma la sua storia ci colpisce come un mattone allo stomaco e ci schiaccia sotto il peso della sua concezione dell’umanità, fragile ma mai sconfitta. Se vi piacciono le graphic novel o se volete solo avvicinarvi a questo mondo, il mio consiglio è di prendere in mano quest’opera di Gipi e immergersi al suo interno, altrimenti vi perderete uno dei fumetti più belli mai scritti.


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