Giraffada: una favola rivoluzionaria

Creato il 26 maggio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

26 maggio 2014 • Recensioni Film, Vetrina Cinema •

commento di Rosa Maiuccaro

Summary:

Cannes a parte, tra i tanti film riciclati durante questo periodo dell’anno vi sono delle rare e belle sorprese. Una di queste si chiama Giraffada, primo lungometraggio del regista Rani Massalha, nato in Francia da madre egiziana e padre palestinese e cresciuto assistendo registi del calibro di Rachid Bouchareb. Sullo sfondo delle costanti tensioni tra palestinesi ed israeliani, Massalha narra il rapporto tra un padre ed il figlio che a soli dieci anni deve fare i conti non soltanto con i bulli della sua età ma anche con la mancanza di una madre scomparsa prematuramente e con l’incubo delle bombe che non smettono quasi mai di esplodere. “Il contesto è specifico, la Palestina ed il giogo israeliano, ma i sentimenti sono quanto di più universale si possa raccontare e mettere in scena”. Pur trattandosi di un piccolo film, un’opera prima, il regista dimostra una certa abilità nella messa in scena di emozioni forti senza eccedere nel sensazionalismo. Una delicatezza, una dignità e una capacità di reazione che ricordano il recente La Bicicletta Verde di Haifaa Al-Mansour, che con la stessa grazia era riuscita a conquistare pubblico e critica. Ci auguriamo che questi “piccoli grandi” registi possano continuare la loro “piccola grande” rivoluzione che, magari, non si fermi solo al grande schermo.

Yacine vive con suo figlio Ziad in Palestina al confine con la West Bank, vicino al muro che li separa dai coloni israeliani. Lavora come veterinario all’interno dello zoo di Qalqilyia al cui interno c’è una coppia di giraffe, Rita e Brownie, la vera e unica passione di suo figlio. Una fotoreporter, Laura Orsini, viene medicata da Yacine dopo essere stata ferita durante uno scontro tra i dimostranti. Tra i due si stabilisce subito un feeling e Laura decide di fermarsi per fare un reportage sullo zoo. Tuttavia, durante i festeggiamenti per il compleanno di Yacine, lungo il muro si avvertono delle forti esplosioni che spaventano la giraffa Brownie, che in preda al panico sbatte contro il recinto e muore. La sua compagna Rita si intristisce a tal punto da perdere l’appetito e di conseguenza anche Ziad, per solidarietà ai due animali, rifiuta di mangiare. Quando Yacine scopre che Rita è incinta progetta un piano folle per restituire la serenità perduta all’animale e soprattutto al suo amato figlio.
Altra prova convincente per l’attore palestinese Saleh Bakri, noto in Italia per il ruolo di protagonista nel film rivelazione Salvo, di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia. Un viso che buca lo schermo quello di Bakri che dopo esserci cimentato in un film quasi neorealista, conferma le sue doti e la sua straordinaria intensità. Giraffada non è soltanto una favola educativa riguardo l’amore per gli animali e quello paterno. E’ soprattutto una sollecitazione al coraggio di vivere nonostante tutto, un monito delicato e profondo: “Un minuto sei una mera possibilità, il prossimo tu esisti. Come un albero che cresce su una parte della strada solo perché il vento soffiava in quella direzione.” Questa è la filosofia di vita di Yacine, nonostante per tutto il film il figlio Ziad cerchi di provare a se stesso e al padre che la volontà ed il desiderio possono invece vincere sulla casualità della natura. Sarà Ziad stesso, con la testarda tenacia di bambino, a spingere il padre a non avere paura di rischiare in nome della libertà, dell’amore per la natura, per la famiglia, per la vita. Yacine, che per suo figlio, l’amore della sua vita, farebbe di tutto, decide di non avere paura, osa in nome di quell’amore, poco importa se ciò implichi limitare la propria libertà o addirittura sacrificare la propria esistenza. Benigni docet.
Giraffada sarà disponibile nelle sale italiane a partire dal 29 maggio 2014, distribuito da Visionaria.

di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net

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