24 Luglio 2013: Il royal bebè, come lo chiamava ieri il giornalista di Rete4 (giuro, di solito non guardo Rete4!) ha un nome.
E ora che sappiamo anche il nome del Royal poppante, George Alexander Louis Cocker Spaniel, il nostro semestrale travaglio (altro che le 10h della principessa di Cambridge) è ufficialmente finito. Poco importa se la Valeriona nazionale è incinta: la Marini se ne faccia una ragione: l'era del trash e del cafonal è ufficialmente finita (l'altra faccia della crisi!) -speriamo- e quindi, come si dice a Parigi, nun ce ne frega una ceppa der fijo suo.
La fine del travaglio gossipparo significa che posso tornare con uno dei miei amatissimi (!!??) post sullo shopping in centro, che sicuramente vi è mancato.In centro, in verità, io non ci volevo andare. Sono stato spinto con l'inganno da mia madre. Vi spiego. Mi fa "Perchè non te ne vai a vedere qualche scarpa da #Carshoe (L'hashtag l'ho messo per sbaglio, ma ora lo lascio a monito contro il rincoglionimento da Twitter) e te le pago io"?
E io, stoicamente, ho titubato: "Bho, fa caldo...". E lei ha tirato fuori l'asso nella manica: "No, l'iphone dice che piove". Ho controllato, ma l'iphone dava il 40% di possibilità di pioggia dalle 16 in poi. Dovete sapere che il meteo di Apple è pessimista di natura. Più pessimista persino di mio padre, che è riuscito a predire pioggia ad Agosto, perchè aveva visto UNA, dico UNA nuvola (sbagliando, naturalmente). Però -nelle storie migliori c'è sempre un però- le temperature di quel giorno erano più basse di quelle dei giorni precedenti, e successivi. Aggiungiamo l'allettante possibilità di comprarmi un bel paio di Carshoe senza tirare fuori una lira, o la necessità di prendermi qualche camicia di lino visto che ne ho solo due e d'estate vivo di quelle, e il gioco è fatto. Nel giro di mezz'ora ero in metropolitana, direzione Piazza di Spagna.
Prima fermata, più per trovare aria condizionata che per scelta, Zara. Ho un po' girovagato, quando ho trovato l'amore della mia vita (il parka in questo post qua). Piccolo problema: il MIO parka era blu, quello del negozio di Zara, arancione. A-RAN-CIO-NE, cazzo!!
Gli ho girato intorno un po'. Inizialmente, lo ammetto, ho tentato di farmelo piacere. Poi sono rinsavito, l'ho guardato schifato, ho girato 4 (4, contate) volte il reparto e non ho trovato il MIO parka. Sono ritornato a quella roba arancione e l'ho squadrata fino a trovarci qualche cosa che mi facesse pensare: "Fortunato M. che non hai comprato quel brutto parka di Zara prima senza accorgerti di quanto fosse brutto"!
Alla fine l'ho trovata, ed era l'enorme scritta "Zara denim couture", o qualche cazzata simile, sui bottoni, onnipresente. Ho sfoderato tutta la mia anima snob, e ho pensato che non sarei mai riuscito a mettere un capo così palesemente Zara.
(Falso. Non sono davvero così snob, ma alla fine meglio così, me ne sono andato con l'anima in pace).
Sono stato da Carshoe, ma, naturalmente, le scarpe che interessavano me erano disponibili solo in un allegro verdino vomito, o in giallo (sic...). Alchè ho ricominciato con le mie peregrinazioni, finchè non ha iniziato a piovere. Ho tentato di trovare rifugio sotto le vetrine di IWC, ma erano occupate da dei brutti e ciccioni turisti malvestiti, che, inoltre, non erano neanche minimamente interessati agli orologi: ORORE! Ho lanciato qualche maledizione su quei tipi, che sono il vero problema della nostra epoca, e me ne sono andato direzione Via Condotti, dove mi sono riparato nell'antro di Cartier. Giusto in tempo perché vedessi iniziare a cadere chicchi di grandine col diametro di una palla da baseball.
Ho passato mezz'ora a guardare con invidia i mocassini di Car Shoe di un manager fighetto di mezz'età che si era ritrovato nella mia stessa situazione (e quanto gli stessero bene, mentre il mio piede ciccione li sforma irrimediabilmente), e a formulare la seguente formula:
Pe= N*O+C(piccoli economisti crescono)
Dove "Pe" sta per "pioggia estiva", "N" per "numero di turisti coi sandali", "O" per "oscenità del piede" e "C" "Calzini abbinati ai sandali". Insomma, per i poco pratici di formule, le piogge di luglio sono la punizione divina per i turisti coi sandali e, anche peggio, con i CALZINI SOTTO I SANDALI (orrore, mormorii di disapprovazione. I lettori scuotono la testa)!BTW, finita la pioggia me ne sono scappato a via Borgognona. Via Borgognona, tra il neo-inaugurato Lanifico Colombo, Malo, Cucinelli, Ladurèe, una boutique/ristorante "tartuferia" e tanti altri, sta diventando decisamente una delle vie più snob di Roma, più tranquilla della trafficata Via Condotti. Non ho avuto il coraggio di entrare da Cucinelli (della sindrome da sono-un-po'-troppo-povero-per-entrare-nel-negozio ho già parlato vagamente qui), ma da Colombo sì: spettacolare. Tanto bel cashmere morbido (Loro Piana, tiè!), Vigogna (bella soffice, ma il baby cashmere non si batte, ahimè) e altre amenità. Bellissime le caprette di cashmere, che poi credo fossero anche l'unica cosa che mi potevo permettere (ammesso che non mettessi un'ipoteca sulla casa).
Sconsolato da quei prezzi, ho attraversato la strada diretto da Malo, dove le cose hanno un prezzo abbastanza normale, fanno i saldi al 50% (non li si può mai amare abbastanza per questo) e ultimamente sfornano una quantità notevole di bei maglioncioni handmade di quelli che ti fanno sudare anche il 15 gennaio a Capo Nord.
Là, il colpo di fulmine (e sarò sintetico perchè questo post sta diventando pesantino): un blazer di cashmere sfoderato con delle asole ben fatte a un prezzo accessibile (cioè, in verità no, ma conto nei saldi e nel fatto che la società sia abbastanza sfigata da non riuscire a venderlo prima di gennaio)!Uscito da Malo con lo stesso sguardo della Santa Teresa di Bernini (e non aggiungo altro), me ne vado verso Davide Cenci. Cenci è uno storico negozio di Roma che ha fatto la sua fortuna per la sua posizione accanto al parlamento, che vende cose per buzzurri arricchiti (cioè la clientela romana tipo del negozio di lusso, affamata di Hogan e polo col Check) e persone più raffinate. Là ho trovato un paio di scarpe intorno a cui ronzavo da un po' (mo beccateve un po' di suspense). Memore di quanto era successo più o meno un anno fa, quando mi ero fatto sfuggire di mano, sempre da Cenci, le Car Shoe della mia vita (le stesse che cercavo fino a due ore prima), non ci ho pensato subito, e le ho comprate(ok, forse anche il fatto che me le regalasse mamma ha contribuito alla mia impulsività, ma vabbè...).Tutto contento e pieno di pacchetti (intanto avevo comprato anche due camicie e un paio di calzini), decido, spavaldo, di entrare anche da Hermès, a "visualizzare la collezione", come dicono i blogger seri. Ma niente di interessante (il maglione blu dei miei sogni,questo qua sotto, tralaltro -che lo so che si scrive staccato, ma chissenefrega-, era sparito).