Giri strani

Da Bussola
A volte l’amicizia fa giri strani… ci sono amicizie che durano una vita, altre il tempo di uno sbadiglio… ci sono amicizie che dissemini per strada come Pollicino, o che ti cadono di tasca senza nemmeno rendertene conto.
Conobbi T. tra i banchi di scuola….Il primo giorno era seduto dietro me… parlava ma non sperperava le parole, le custodiva. Del resto anche io nella vita ho sempre centellinato le mie.
Nei cinque anni del liceo, diventammo amici, ma non intimi. Le nostre vite scorrevano parallele in quegli anni, intrecciandosi di tanto in tanto. Suppongo avessimo una reciproca ammirazione l’uno dell’altra, ma avevamo troppe distrazioni e poca voglia per renderne partecipe l’altro.
La nostra amicizia è cresciuta negli anni dell’università, senza saperne nemmeno il motivo, vacanza dopo vacanza ci si rincontrava. Del liceo eravamo rimasti in 4. Di tutta la classe, di tutte le promesse di non perdersi di vista, solo in 4 sentivano ancora la necessità di non farsi nuove amicizie.
Di quelle vacanze ricordo ancora l’odore dei falò sulla spiaggia, del vino delle sagre, del freddo della piazza in inverno.
Poi un anno io e T litigammo. Le nostre rispettive vite private stavano cambiando, eravamo nervosi, bisticciavamo, una, due, tre volte. Fino a perderci completamente di vista.
Passavano gli anni e continuavamo a ignorarci. Rigidi e fissi sulle nostre posizioni. Non posso dire di averne mai sentito la sua mancanza in quel periodo, anzi la sola idea mi dava irritazione.
Un giorno mentre ero impelagata in un lavoro mi arrivò la notizia che G si sarebbe laureato a breve. G uno dei 4, l’amico intimo di entrambi, il martire che in tutti quegli anni di silenzio aveva fatto l’acrobazie per arrabattarsi in questa amicizia altalenante senza far torto a nessuno.
Sapevo che per forza di cose la laurea di G mi avrebbe portato a incontrarmi nuovamente con T. L’idea mi creava fastidio. Decido però di fare il primo passo perché voglio bene a G, e io costi quel che costi il giorno della laurea di G volevo esserci. Se proprio mi dovevo cavare un dente, tanto valeva farlo subito. Tento un approccio telematico, figlio dei tempi di facebook.
Ho tirato una corda e dall’altra parte ho trovato una mano che ne ha afferrato l’altra estremità.
Ora siamo ritornati amici… non saprei dire se più o meno di prima…probabilmente diversamente da prima. Ora siamo più maturi, e meno emotivamente instabili.
So che T c’è sempre quando io torno. E' sempre lì fedele come la mia terra.
Quello che ho imparato dalla mia storia d'amicizia con T è che a volta bisogna aver la maturità di ritornare sui propri passi e ricucire ciò che si è sgranato, altrimenti si rischia di compiere un grosso errore.
Trovate qualche scatto fatto dal mio super splendido splendente fotografo alle dolci donne della famiglia di T.
Ditemi voi, ma quanto è bella questa bambina?!?!?!?!