Come è successo che lo sfigato sia diventato di moda?
Sarà forse a causa della crisi, ma anche gli stereotipi e i personaggi dei telefilm più seguiti in tutto il mondo, cambiano, si modificano, si rimodellano, per somigliare sempre più alle persone comuni, quelle che le guardano, e sempre meno alle star super fighe che le interpretano… sarà un caso?
Ultimamente mi sono imbattuta nella nuova serie Girls, ideata e diretta da Lena Dunham, vincitrice, tra l’altro, del Golden Globe 2013 per la migliore serie televisiva. Hannah, la protagonista, e le sue tre amiche Marnie, Jessa e Shoshanna sono quattro ragazze tra i venti e i venticinque anni, alle prese con i problemi della vita a New York: amore, lavoro, sesso e … arrivare alla fine del mese senza impazzire!
Inevitabilmente, la formula “quattro ragazze, sesso e new york” hanno fatto pensare al celeberrimo Sex and the city, in cui Carry, Samantha, Miranda e Charlotte raccontavano per la prima volta, pare, in una serie tv, il sesso dal punto di vista delle donne, e senza troppi fronzoli, ma in modo diretto e talvolta irriverente, proprio come lo farebbe un uomo. In questa specie di rivincita post-femminista, però, le protagoniste erano quattro donne ricche o di successo, all’ultima moda, che frequentavano locali alla moda e conoscevano gente alla moda. Facevano shopping bevendo champagne e avevano corpi perfetti e una posizione di potere.
D’altra parte, altri “sfigati” hanno avuto molto successo ultimamente in fatto di serie tv. Primo su tutti The Big Bang Theory che tutti conosciamo, altro candidato ai Golden Globe 2013. Sheldon, Leonard, Raji e Haward hanno conquistato la simpatia di moltissimi fans. Prima ancora che iniziassero ad avere qualche relazione sociale con altre protagoniste (Penny, Amy e Bernadette) ci hanno mostrato che si può essere sfigatissimi nerd e geek, ma intelligenti e talvolta persino simpatici, e non per questo bisogna vivere depressi, chiusi in un tugurio di disperazione.
E prima ancora già Ugly Betty aveva avuto un discreto successo, con alcuni ulteriori ingredienti, quali il fatto di appartenere a una classe poco agiata, ad una minoranza etnica, di essere decisamente bruttina e anche un po’ imbranata. Ma niente di tutto ciò le ha impedito di avere la sua happy ending.
Insomma, sarà un caso, oppure lo sfigato è tornato di moda? Forse la crisi economica e di valori ha cancellato la patina plastificata dalle copertine, per mostrare, un po’ di più, le persone reali, quelle che vivono tutti i giorni una vita normale, con un corpo e un aspetto normale, senza un conto in banca da capogiro da potersi permettere scarpe da 500 dollari ogni due giorni, senza un fisico da paura e senza un aspetto da fotomodelli. Forse la gente comune non sente più la necessità di sbirciare nelle vite (false) dei più fortunati e fighi. Forse ha solo bisogno di raccontarsi, di raccontare se stessa, per capire come fare a sopravvivere senza suicidarsi in un mondo in cui se porti una taglia sbagliata non trovi i vestiti che ti piacciono o le scarpe che hanno tutti. In un mondo in cui devi fare 3 lavori diversi per pagarti l’affitto e devi farti avanzare il tempo e le forze per riuscire ad inseguire il tuo sogno.
Oppure, proprio come ai tempi della guerra, un corpo formoso infonde sicurezza mentre un corpo longilineo e spigoloso ricorda la fame? Nel corso della prima stagione si vede Hannah (Lena Dunham) nuda molto spesso: perché? “Non lo so”, dice Lena, “vorrei davvero capirlo! Non è stato neanche per necessità, semplicemente mi ritrovavo nuda tutto il tempo! [...] La cosa ha una sorta di intento politico. So che farà schifo a qualcuno, qualcuno che non vuole vedere corpi come il mio o come il loro. [...] Non è un vaffanc***, ma un modo di prendere possesso di questo tipo di corpi, di non metterli a tacere”. Forse bisogna passare per una serie televisiva americana per provare a rivedere l’immagine delle donne?