Francisco Ventoso esulta a Fiuggi nella scorsa edizione del Giro
Nona tappa del Giro 2012 e nono appuntamento, ormai classico, con le pagelle di Olimpiazzurra per i protagonisti.
Francisco VENTOSO, 9: È lesto ad approfittare della caduta che mette k.o. tutti i grandi favoriti per andare a vincere la sua seconda tappa al Giro dopo quella di Fiuggi l’anno scorso. Per restare nel tema calcistico di questi ultimi giorni, azione “alla Pippo Inzaghi”: nel posto giusto al momento giusto.
Fabio FELLINE – Giacomo NIZZOLO – Damiano CARUSO, 7: sprecano una grande occasione, peccando (forse un po’ troppo) di inesperienza e chiudendo rispettivamente secondo, terzo e quarto beffati dallo spagnolo. In particolare il giovane della Radioshack è il più amareggiato, perché si ritrova, dopo la caduta, in testa ma senza più una scia. Con ancora 300 metri buoni da percorrere e partendo così lungo, o sei Cipollini o ti riprendono. E infatti…
Filippo POZZATO, 4: Cunego sta agli arrivi in salita come Pozzato sta alle volate, la proporzione è semplice. Ormai non vince più, ogni volta ce n’è una. Oggi, in questo sprint “atipico”, è ben posizionato alla ruota del grande favorito Goss, ma nell’ultima curva lo travolge e spreca l’ennesima opportunità di una carriera davvero sfortunata.
Mark CAVENDISH, 6: sei “politico” perché non sappiamo come sarebbe arrivato se non fosse incappato nella caduta generata da Pozzato. Vero è, però, che non era posizionato troppo bene e per questo sarebbe rimasto imbrigliato dietro. Il condizionale è d’obbligo, ma intanto la quarta volata è archiviata.
Ryder HESJEDAL, 7: nelle tappe piatte la maglia rosa deve stare davanti o dietro? Beh, oggi dal canadese è arrivata un’importante risposta: davanti. Perché in tal modo evita la caduta e addirittura tenta di giocarsi la volata, finendo settimo. Intelligente.
Joaquin RODRIGUEZ, 6.5: continua a lanciare segnali di ottima condizione in attesa della tappa di domani nella quale può mutare drasticamente le sorti di questo Giro. Lo scatto di oggi, ad esempio, è tanto destinato a non perdurare quanto impossibile da pareggiare per i rivali nella generale, che adesso devono temere veramente Purito.
Francesco Caligaris