Le indagini dei carabinieri, partite nel settembre del 2010, hanno scoperto un giro di false assunzioni presentate anche alla Prefettura di Bergamo oltre che di Rimini, Varese, Verona, Como, Lodi, Agrigento, Lecco e Salerno, tutto l’iter era ben fornito di falsa documentazione proprio per attestare la sussistenza di un rapporto di lavoro domestico con cittadini extracomunitari al fine di far loro ottenere il previsto permesso di soggiorno della sanatoria del 2009 per le colf e badanti.
I militari hanno iniziato le indagini proprio da una sospetta richiesta, inviata alla Prefettura di Rimini, nella quale una 55enne riminese si era definita datrice di lavoro di un egiziano che chiedeva di godere della prevista sanatoria per colf. Verificando il fatto si è compreso che il migrante era sprovvisto di permesso di soggiorno ma aveva pagato 5.000 euro ad un connazionale che si era offerto di reperire il finto datore di lavoro. Truffe quotidiane del mondo della migrazione e non solo anche perchè spesso e volentieri i datori di lavoro, che a loro volta si offrono prezzolati sono italianissimi. Il migranti “badante a Rimini” ovviamente non era mai nemmeno entrato in quella casa e, grazie ad alcune traccie gli investigatori hanno scoperto troppi carteggi simili in tante prefetture, arrivando a capire che spesso persino le attestazioni fiscali erano alterate o finte. Dagli accertamenti patrimoniali all’agenzia delle entrate, è emerso infatti che gli ipotetici datori di lavoro avevano presentato a corredo della domanda di sanatoria false denunce dei redditi, il tutto veniva compilato al solo scopo di attestare la soglia minima prevista per poter assumere un colf o un badante. Inoltre i Cud presentati attestavano redditi percepiti e derivanti da rapporti di lavoro mai intrattenuti, visto che nella maggior parte dei casi si è trattato di persone nullatenenti o disoccupate. Tra le 43 persone denunciate in tutta Italia, oltre alle 4 deferite alla Procura di Rimini, c’è anche un ragioniere commercialista, residente nella provincia di Milano, coinvolto in molte delle elaborazioni delle false denunce dei redditi dei datori di lavoro.
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