Giro di vite del Comitato Media e Minori su eccessi D’Urso e Mtv. Il presidente Mensi: «Presto nuove regole» (Avvenire)

Creato il 23 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
La «porno-domenica» di Ca­nale 5 e i reality «volgari» di Mtv spingono il Comitato Media e Minori a un giro di vite contro la cattiva tv. Per la pri­ma volta nei suoi dieci di anni di attività, l’organismo chiamato a vi­gilare sul corretto rapporto fra ra­gazzi e piccolo schermo applica un comma «dimenticato» del Codice di autoregolamentazione firmato dalle emittenti: quello con cui si impone alla rete che ha mandato in onda una puntata nociva di «so­spendere » il programma o di «a­deguare subito il proprio compor­tamento» al rispetto delle regole. «Si tratta di un’interpretazione del Codice che valorizza la funzione del Comitato», spiega il presiden­te Maurizio Mensi che ha propo­sto la svolta.
Due sono i casi arrivati sulle scri­vanie dell’organismo e discussi nell’ultima seduta. Il primo ha ri­guardato Domenica live, la tra­smissione condotta da Barbara D’Urso che domenica scorsa, alle due del pomeriggio, ha proposto una passerella di immagini e si­tuazioni a luci rosse in piena fa­scia protetta. La puntata ha scate­nato le proteste di spettatori e as­sociazioni di utenti. E pare che an­che il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, non abbia trovato la scaletta consona alla li­nea editoriale del gruppo. Il Co­mitato ne ha riconosciuto «la to­tale inadeguatezza a un pubblico di minori all’ascolto» e ha defini­to una «circostanza aggravante il fatto che questi argomenti siano stati affrontati in un programma di intrattenimento familiare». Co­sì è stato avviato un procedimen­to nei confronti del network e, co­me novità, è scattata l’ingiunzione ad adeguarsi immediatamente al­le prescrizioni del Codice sotto­scritto anche da Mediaset.
La stessa ingiunzione è stata reca­pitata a Mtv per i reality Geordie Shore, Jersey Shore e Gandia Shore finiti da tempo nella bufera. Sono programmi trasmessi in un orario di «televisione per tutti» che han­no come protagonisti gruppi di giovani che trascorrono il loro tempo tra alcool, discoteche, ozio e rapporti sessuali promiscui e che parlano con espressioni scurrili. Per il Comitato, viene presentato un «modello comportamentale di­seducativo» che può intaccare «lo sviluppo psichico». Perciò è giun­to anche il via libera alla risolu­zione in cui si contesta la viola­zione delle norme su tv e minori.
Intanto l’organismo si è fatto pro­motore della revisione del Codice. «I criteri fissati all’epoca della tv a­nalogica non hanno più senso og­gi, nell’era della televisione digita­le che può essere vista anche sul web», afferma Mensi. A febbraio, negli uffici di Confindustria radio televisioni, si insedierà il tavolo composto dalle emittenti che ri­scriverà le regole. «Entro giugno si potrebbe avere il testo definito – annuncia il presidente del Comi­tato voluto proprio dal Codice –. E anche il pianeta Internet collega­to alla tv entrerà nel novero delle prescrizioni».
Altro fronte di impegno è l’educa­zione dei ragazzi all’uso responsa­bile dei media. Una sfida lanciata dall’organismo coinvolgendo le scuole della Penisola. Ai nastri di partenza ci sono due progetti. U­no si svolgerà negli istituti del La­zio dove gli studenti saranno chia­mati a produrre una serie di spot televisivi per aiutare i coetanei a entrare con la testa sulle spalle nel mondo della tv e della Rete. L’altro esperimento avrà come protagonisti gli alunni delle ele­mentari e delle medie di Alessan­dria. Con il sostegno del Core­com del Piemonte e della di­rezione scolastica della città, i baby spettatori dovranno delineare «La tv che vor­rei», spiega il titolo del­l’iniziativa. Come? Gra­zie a due questionari gli studenti racconte­ranno i loro gusti te­levisivi e descrive­ranno quanto desi­derano dal piccolo schermo. «Vogliamo capire le tendenze dei ragazzi di cui il Comitato dovrà farsi interprete nella sua or­dinaria attività», con­clude il presidente Men­si. Dopo il test di Alessan­dria, il progetto sarà esteso ad altre zone dell’Italia.

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