Due sono i casi arrivati sulle scrivanie dell’organismo e discussi nell’ultima seduta. Il primo ha riguardato Domenica live, la trasmissione condotta da Barbara D’Urso che domenica scorsa, alle due del pomeriggio, ha proposto una passerella di immagini e situazioni a luci rosse in piena fascia protetta. La puntata ha scatenato le proteste di spettatori e associazioni di utenti. E pare che anche il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, non abbia trovato la scaletta consona alla linea editoriale del gruppo. Il Comitato ne ha riconosciuto «la totale inadeguatezza a un pubblico di minori all’ascolto» e ha definito una «circostanza aggravante il fatto che questi argomenti siano stati affrontati in un programma di intrattenimento familiare». Così è stato avviato un procedimento nei confronti del network e, come novità, è scattata l’ingiunzione ad adeguarsi immediatamente alle prescrizioni del Codice sottoscritto anche da Mediaset.
La stessa ingiunzione è stata recapitata a Mtv per i reality Geordie Shore, Jersey Shore e Gandia Shore finiti da tempo nella bufera. Sono programmi trasmessi in un orario di «televisione per tutti» che hanno come protagonisti gruppi di giovani che trascorrono il loro tempo tra alcool, discoteche, ozio e rapporti sessuali promiscui e che parlano con espressioni scurrili. Per il Comitato, viene presentato un «modello comportamentale diseducativo» che può intaccare «lo sviluppo psichico». Perciò è giunto anche il via libera alla risoluzione in cui si contesta la violazione delle norme su tv e minori.
Intanto l’organismo si è fatto promotore della revisione del Codice. «I criteri fissati all’epoca della tv analogica non hanno più senso oggi, nell’era della televisione digitale che può essere vista anche sul web», afferma Mensi. A febbraio, negli uffici di Confindustria radio televisioni, si insedierà il tavolo composto dalle emittenti che riscriverà le regole. «Entro giugno si potrebbe avere il testo definito – annuncia il presidente del Comitato voluto proprio dal Codice –. E anche il pianeta Internet collegato alla tv entrerà nel novero delle prescrizioni».
Altro fronte di impegno è l’educazione dei ragazzi all’uso responsabile dei media. Una sfida lanciata dall’organismo coinvolgendo le scuole della Penisola. Ai nastri di partenza ci sono due progetti. Uno si svolgerà negli istituti del Lazio dove gli studenti saranno chiamati a produrre una serie di spot televisivi per aiutare i coetanei a entrare con la testa sulle spalle nel mondo della tv e della Rete. L’altro esperimento avrà come protagonisti gli alunni delle elementari e delle medie di Alessandria. Con il sostegno del Corecom del Piemonte e della direzione scolastica della città, i baby spettatori dovranno delineare «La tv che vorrei», spiega il titolo dell’iniziativa. Come? Grazie a due questionari gli studenti racconteranno i loro gusti televisivi e descriveranno quanto desiderano dal piccolo schermo. «Vogliamo capire le tendenze dei ragazzi di cui il Comitato dovrà farsi interprete nella sua ordinaria attività», conclude il presidente Mensi. Dopo il test di Alessandria, il progetto sarà esteso ad altre zone dell’Italia.