Giù le mani dall’Articolo 18

Creato il 25 marzo 2012 da Elvio Ciccardini @articolando

Secondo l’economia di mercato l’obiettivo delle relazioni economiche è quello di raggiungere livelli sempre più alti di benessere collettivo. E questo messaggio continua ad essere diffuso anche dalla politica di oggi. Il Salva-Italia si pone l’obiettivo di garantire un maggior benessere alla nostra collettività. Ma a giudizio di chi scrive c’è una contraddizione in termini!

Iniziamo ad analizzare il concetto di ben-essere: questo non è altro che l’affermazione della personalità dell’uomo nella società dove vive e compartecipa. “Affermare la personalità dell’uomo” significa recuperare i principi costituzionali secondo i quali la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro e sulla libertà dell’uomo di esprimere le proprie attitudini di genere. Pertanto attraverso l’espressione del proprio “ben-essere” l’uomo individua quel ruolo sociale (la mansione lavorativa) che lo rende partecipe e compartecipe alla crescita sociale. Una volta individuato il ruolo lavorativo che garantisce all’uomo l’affermazione della sua personalità, l’individuo percepirà, in funzione di questo, un reddito che gli garantirà un “ben-avere” (cioè quel livello di benessere analizzato dalla scienza economica e conseguente alla logica del sistema di mercato). Attraverso il ben-avere (il suo compenso remunerativo per aver svolto la mansione che afferma la sua personalità) potrà domandare quei beni che soddisfano i propri bisogni. Colui che ha attitudine verso la medicina svolgerà il ruolo sociale del medico affermando la sua personalità (ben-essere) e percependo quel reddito che gli permetterà di soddisfare i propri bisogni (ben-avere); ma i bisogni del medico saranno diversi da quelli dell’artista che a sua volta si sentirà gratificato in una società che permetterà di esprimere la sua creatività (ben-essere). In questa logica la società sarà veramente etica se darà a tutte le professionalità (anche quelle creative legate all’arte e alla cultura) il modo di “ben-avere” un reddito adeguato a soddisfare i propri bisogni (come sancito dalla Costituzione Italiana). Un sistema, come il nostro di oggi, nel quale viene negato all’uomo “l’affermazione di se stesso e dei suoi talenti e delle sue tendenze” non mira più al ben-essere dei suoi cittadini ma alla mercificazione della forza lavoro, all’appiattimento della creatività del pensiero, della libertà di essere se stessi e di poter espandere il proprio essere verso direzioni innumerevoli a volte contrastanti. Ed è proprio in questa libertà che nascono i Geni e la società può crescere! Negare all’uomo di affermare la sua personalità nel mercato del lavoro vuol dire inaridire il sistema, prostituire la mente e il corpo a un datore di lavoro che può licenziare “per motivi economici” scalzando le lotte dei nostri padri per ottenere il diritto ad essere uomini liberi e consapevoli! Ora il datore di lavoro deciderà il “ben-avere” del suo dipendente che dovrà vendere se stesso (negando l’affermazione di sé e del proprio ben-essere) per garantirsi un pezzo di pane…questo non sembra proprio un percorso evolutivo verso il futuro ma un percorso al massacro che segna involuzione del sistema. L’alternativa? Risvegliare gli animi verso una rivoluzione sociale che contrasti i Venti dell’Est…causa rilevante dell’attuale crisi di sistema.

Prof.ssa Catia Eliana Gentilucci


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