Il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco e annunciato durante la liturgia penitenziale nella Basilica di San Pietro inizierà l’8 dicembre 2015, con l’apertura della porta Santa della Basilica di San Pietro, e si concluderà il 20 novembre 2016. “Cari fedeli, ho pensato spesso a come la Chiesa possa essere testimone della misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio”, queste le parole con cui Bergoglio ha presentato il nuovo Anno Santo, nel giorno del secondo anniversario della sua elezione come Pontefice Massimo.
L’annuncio è stato accolto con entusiasmo da alcuni, come il sindaco capitolino Ignazio Marino, e con scetticismo da altri. Il Giubileo rappresenta, infatti, un’opportunità economica ma allo stesso tempo una grande sfida, che si teme possa cogliere impreparata l’amministrazione romana. I costi dovrebbero aggirarsi sui 400 milioni di euro, con un possibile aumento del fatturato del 35%, per un totale di 50 mila nuovi posti di lavoro. Una delle sfide più grandi che si presenteranno sarà quella dei trasporti pubblici e privati, in una città già normalmente sotto pressione per quanto riguarda la mobilità e la viabilità urbana. Positivo sarà invece il settore dell’accoglienza, che ha visto un aumento delle strutture alberghiere che conta su 100 mila posti letto, rispetto all’ultimo Giubileo, celebrato da Giovanni Paolo II nel 2000, cheaveva visto il pellegrinaggio a Roma di 25 milioni di credenti.
Quello indetto da Bergoglio si differenzia dall’ultimo Anno Santo ordinario in quanto Giubileo straordinario, come lo furono quello del 1933, indetto da Pio XI, e quello del 1983, indetto sempre da Wojtyla. Il significato che la Chiesa cattolica attribuisce al Giubileo è quello di un perdono generale, un’indulgenza plenaria aperta a tutti, e occasione per rinnovare il rapporto con Dio e con gli uomini. Così, secondo la Chiesa, la ricorrenza costituisce un’opportunità per esplorare la propria fede e diffondere la testimonianza cristiana. La speranza è anche quella che quest’occasione di giubilo non si trasformi in indulgenza verso i soliti noti furbetti, pronti a trasformare quest’incontro in un evento per rinfoltire le tasche ormai spoglie della Capitale.