Giudizio/Non-giudizio

Da Elenashiatsu @BeviniElena
Dopo un lungo silenzio, rieccomi. Vorrei esordire con una di quelle riflessioni sui massimi sistemi del pensiero filosofico eccetera... ma non mi soddisfa. L'argomento mi conduce a riportare frasi celebri condannando il giudizio e spiegando chissà cosa. Ma non ora. Non qui almeno. Più che mostrare quanto sono brava a non giudicare, vorrei raccontare invece come, in molte occasioni, mi è stato facile giudicare.E' da un po' di tempo che avevo smesso di frequentare alcuni posti e alcune persone, cambiando stile di vita quasi completamente. Non importa che io specifichi che tipo di posti sono, il punto è che ultimamente per me erano diventati dei tabù, come anche alcune persone che li frequentavano, per non parlare di quei luoghi in cui non sono mai stata per principio... se non è giudizio questo! E a proposito di persone, qualche giorno fa un amico mi ha consigliato di andare a fare meditazione da Italo Cillo. Io gli ho subito dato un'occhiataccia come per dire "non ci penso proprio" e lui accorgendosene mi ha fatto notare che io di questa persona ho letto un botta e risposta con Valdo Vaccaro e poco altro dal suo sito, non l'ho mai conosciuto e non so nemmeno che tipo di meditazione è... però l'ho giudicato. Effettivamente dentro di me la prima reazione è stata di rifiuto solo perché leggendo alcune cose di lui avevo giudicato e rifiutato.
Sembrano piccole cose, ma sono i singoli specchi di una realtà e di una vita intera, siamo noi! Se non ce ne accorgiamo, non ci lavoriamo secondo me è molto limitante... noi crediamo che le nostre convinzioni e le nostre scelte di vita in base a una nostra etica personale siano la vita "vera" e "giusta", e muovendoci di conseguenza costruiamo la nostra dimora mentale fatta di mura invalicabili con tanto di porta blindata... ...e più sono alte queste nostre convinzioni limitanti, più avremo sempre una giustificazione per dire che l'altro frequenta posti strani, compie scelte per noi ormai superate (come se fossimo degli illuminati), e fa una vita "sbagliata" rispetto alla nostra.
E io? Non penso mai a me stessa? Non esco mai da me stessa?

Renè Magritte, La fata ignorante.

Guardando un'opera del mio pittore preferito (v. immagine) mi è sorto un pensiero creato da una mia personale interpretazione del quadro. Una volta che giudico è come se io avessi bisogno, per sopperire a una paura, un'emozione spiacevole, di costruirmi una mia realtà e una mia identità che invece di essere di supporto alla mia personalità, sono portate esasperatamente ad essere imprescindibili, proprio come ho detto prima, come dei muri invalicabili in cui nascondersi, proteggersi. E' come se una persona credesse di avere la vita più chiara e semplice, con contorni ben definiti, insomma, come se nel suo buio mentale volesse accendere una candela per vederci meglio... ma questa candela emette nuovamente buio... non luce... il buio "dell'ignoranza".
Dato che in questo bel calderone ci sono anche io, che dire... work in progress!
Pubblicato da: Elena Bevini - Modena