Lawrence Alma Tadema, Cherries
Benvenuto, giugno - il mese che preferisco.
Amo tutti questi momenti indefiniti e di transizione, da primavera a estate, strascichi di pollini che vagano nell'aria e primi futti colorati e polposi; aria tersa e primi caldi.
Si comincia a cercare il lato in ombra delle strade, camminando sui marciapiedi; eppure ancora, la notte, il tepore del letto e di una coperta confortano.
Le ciliegie, le ciliegie che spariscono in poche settimane.
Voglia di libertà e di aria aperta, ma l'acqua del mare è ancora sferzante di freddo e il sole a mala pena asciuga.
Incertezza tra i sandali e gli abiti estivi, da una parte, e qualche giacca. Ma dai colori chiari: non se ne può più di inverno e di nero.
I gatti cambiano il pelo, strida di uccelli in amore nel cielo, il sole che si alza sempre più presto al mattino.
E poi quell'aria azzurrognola della sera, che non si decide a volgere al grigio; i palazzi dai confini ritagliati sul cielo; potresti contare le foglie degli alberi, per qualche lungo momento, non più confusi dal riverbero della luce, non ancora inghiottiti dal crepuscolo.
Ha un nome questa ora? O si chiama soltanto "giugno"?