LA TREDICESIMA STORIA di Diane Setterfield
Titolo originale: The thirteenth tale - © Mondadori, 2007
Genere: narrativa
Ecco una candida e fragile Margaret Lea, dilettante biografa, che ha ereditato dal padre, con il quale condivide la libreria di famiglia, l’amore per la carta stampata.In un giorno qualunque, nel negozio librario, trova una curiosa lettera a lei intestata. La mano dell’autrice sembra quella di Vida Winter, eccentrica scrittrice di cui si sa ben poco. L’invito trasmesso dalla lettera è chiaro: Lea ne dovrà scrivere la biografia.
PRIMO MISTERO: proprio la tredicesima storia, quella mancante. Ma è solo uno dei tanti.
Ho acquistato il libro tempo famentre ero in aereoporto -il Leonardo da Vinci di Fiumicino – Roma-, in attesa dell’arrivo del volo NY JFK-ROMAche riportava IN PATRIA Matteo, uno dei miei figli.
L'ho cominciato a sfogliare aspettandomi solamente noia. Poi, dopo qualche giorno l’ho ripreso in mano ed in un paio di capitoli, mi sono ritrovata magicamente inserita nel racconto di Miss Winter e in pochissimo tempo …più di cinquecento pagine volate in un soffio.
Il romanzo è ambientato nel presente ma tutto è ispirato dalle opere dell'800 inglese, specificatamente tipo Jane Eyre per quanto riguarda la trama e Cime Tempestose per la struttura. Infatti non è la storia familiare in sé ad appassionare ma il suo stampo tutto vittoriano, con accurate descrizioni dei paesaggi dello Yorkshire e un velo di mistero.
Questo genere di stile ricercato e ricco della Setterfield mi ha affascinato con metafore, similitudini un impianto proprio ad hoc per accompagnare il lettore nel pieno della storia.
Margaret, benché il suo sia un ruolo quasi secondario quasi portavoce, è un singolare soggetto: ho potuto annotare come non sia una narratrice onnisciente ema allo stesso livello del lettore, e questo favorisce parecchio il coinvolgimento emotivo. La curiosità di Margaret è parallela a quella di chi vive la vicenda dall'esterno, edil desiderio di scoprire altre cose sulla famiglia di Miss Winter rimane costante fino alle ultime pagine. Lea non ascolta in modo passivo: dapprima scettica, pian piano si convince della veridicità dei fatti e per lei diventa NECESSARIO LAVORARE DI INTUITO , completandole confessioni dell'anziana autrice.Questa lettura de La Tredicesima Storia mi ha portato ad evidenziare il fatto che in più punti il ritmo rallenta in maniera "vistosa": ad esempio, quando Margaret comincia a perdersi tra i suoi fantasmi e i conflitti del passato, bisogna… andare avanti!Senza dubbio l'autrice ha voluto inserire questi momenti per FAR METABOLIZZARE le pagine appena lette e aumentare ancora la curiosità.
Sono convinta che questo libro è piaciuto a chi ha un debole per la letteratura ottocentesca! ed anche a chi ama e rispetta profondamente i libri. La Setterfield è riuscita a tradurre in parole quello che provo quando mi trovo di fronte ad una qualsiasi storia...
Dalla sua biografia:
" Avete presente quando cominciate a leggere un nuovo libro prima che la membrana di quello precedente abbia avuto il tempo di richiudersi dietro di voi? Quando lasciate il vecchio libro avete idee, argomenti - perfino personaggi - impigliati nelle fibre dei vestiti e, aprendo quello nuovo, scoprite che sono ancora con voi."
" Quale sostegno, quale consolazione nella Verità, a paragone di una storia? A che giova la Verità a mezzanotte, al buio, quando il vento ruggisce nel comignolo come un orso? Quando il lampo sprigiona ombre sulla parete della stanza e la pioggia bussa alla finestra con le sue lunghe unghie? No: quando paura e freddo ti immobilizzano a letto come una statua, non aspettarti che la scarna e ossuta Verità accorra in tuo aiuto. Quello che ci vuole è il pingue conforto di una storia: sentirti placare, cullare dalla sicurezza di una bugia"