Giulia Pozzi e il postino – una conversazione con lei

Creato il 12 gennaio 2012 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Giulia Pozzi e il postino

di Iannozzi Giuseppe aka King Lear

postino: Mi perdoni, cerco la Giulia.

Giulia Pozzi: La Giulia? No, non l’ho vista.

postino: Pozzi.

Giulia Pozzi: Sono io.

postino: C’è un pacchetto per lei.

Giulia Pozzi: Ho ancora la faccia sporca di barba.

postino: Noto. Però non ho lamette con me. Ma lei è Giulia Pozzi? proprio la Giulia?

Giulia Pozzi: Certo che sì. E chi altri sennò?

postino: Mortacci! Non ci sono più i travestiti d’una volta.

Giulia Pozzi: Perché, com’erano una volta? La sua è una osservazione generica.

postino: Più alti.

Giulia Pozzi: Ci sono anche i bassi nella vita.

postino: Cerco di evitarli. Comunque c’è un pacchetto per lei. Lo vuole, sì o no?

Giulia Pozzi: E’ indirizzato a me.

postino: C’è scritto “Alla cortese attenzione di Giuli… Pozzi”. Potrebbe essere sia una “a” che una “o”. Però, come può ben vedere, la vocale ha quella gambetta, mezza in verità, che mi fa pensare che chi ha scritto intendesse scrivere proprio “Giulia”. Ma l’imbarazzo l’ha frenato a metà.
Giulia Pozzi: No. Quella gambetta è solo uno sbaffo della penna.

postino: Come fa a esserne così sicuro?

Giulia Pozzi: Si vede.

postino: Appunto: si vede che c’è. Io leggo Giulia. Giulio proprio non mi viene.

Giulia Pozzi: L’avverto, sono cattolico fondamentalista.

postino: Andiamo bene: transessuale e pure fondamentalista. Al posto dell’acqua santa, che c’ha? la vaselina?

Giulia Pozzi: Non prendiamo per i fondelli.

postino: Non oserei mai abbassarmi al suo livello.

Giulia Pozzi: Quale livello?

postino: Il suo, è chiarooo nooo…?

Giulia Pozzi: Botte piccola, vino buono.

postino:  Ma mi faccia il piacere… con quella faccia poi!

Giulia Pozzi: Non posso.

postino: In che senso?

Giulia Pozzi: Il piacere: non ci credo ai colpi di fulmine. E poi mi fa un po’ senso, ecco.

postino: Che ha capito? Non ho nessuna intenzione di svegliarmi al mattino e portarle il caffè a letto, mentre lei cerca le sue calze a rete e il rossetto, signorina Giulia.

Giulia Pozzi: Le ho già detto che quello è uno sbaffo.

postino: E io per uno sbaffo, per un piccolo sbaffo, dovrei farmela con lei? Ma lei è proprio campanaro allora.

Giulia Pozzi: Mi dia il pacchetto.

postino: Dunque lei è “Giulia Pozzi”!

Giulia Pozzi: Sono Pozzi.

postino: Giulia.

Giulia Pozzi: Dove devo firmare?

postino: Ce l’ha una penna?

Giulia Pozzi: Bella grande.

postino: E allora firmi, senza sbaffi per cortesia. Ecco, qui. Una stilografica… Ma porca miseria: ha schizzato!

Giulia Pozzi: Uno schizzetto solo. Era un po’ che non la usavo, dev’essere per questo.

postino: E proprio oggi doveva tirarla fuori!

Giulia Pozzi: Non è niente. Solo uno schizzetto.

postino: Lo dice lei.

Giulia Pozzi: Faccia vedere: più piccolo d’uno sbaffo. Non si preoccupi, con lo smacchiatore lo toglie in meno d’un secondo.

postino: Ce l’ha?

Giulia Pozzi: Che cosa?

postino: Lo smacchiatore.

Giulia Pozzi: No.

postino: E allora perché me lo dice?

Giulia Pozzi: Per esserle d’aiuto.

postino: Così lei mi fa solo incazzare. Si dia una mossa, oggi non è giornata, signorina Giulia.

Giulia Pozzi: Pozzi, per Dio!

postino: Giulia Pozzi.

Giulia Pozzi: “Giulio” Pozzi.

postino: Senta, solo perché sono un postino non creda di potermi sbattere a destra e a sinistra. Sono stato chiaro?

Giulia Pozzi: No.

postino: Lo ha preso stamattina?

Giulia Pozzi: No.

postino: Ah, ecco, ora si spiega: si faccia un bel caffè, rinforzato, poi vedrà che sarà più lucido. Lo spero per lei almeno.

Giulia Pozzi: La speranza è l’ultima a morire.

postino: Sfotte?

Giulia Pozzi: Non oserei mai scendere al suo livello.

postino: No, lei, Giulia, sfotte: mia sorella Speranza…

Giulia Pozzi: Piange?

postino: Sì.

Giulia Pozzi: Come mai?

postino: Speranza, mia sorella, è morta.

Giulia Pozzi: Ha una sorella?

postino: Avevo.

Giulia Pozzi: Com’è morta?

postino: Si è sposata.

Giulia Pozzi: E…?

postino: Con un marocchino.

Giulia Pozzi: Dunque non è morta.

postino: Per la famiglia, Speranza è morta. E’ chiaro?

Giulia Pozzi: Siete dei razzisti.

postino: Povero babbo!

Giulia Pozzi: Non offendiamo.

postino: Ma che ha capito? Intendevo mio padre.

Giulia Pozzi: Be’, affari suoi se vuol dare del babbo a suo padre, basta che non insulti il mio.

postino: Volevo dire che nostro padre, il mio e di mia sorella, è sempre stato uno con le idee a posto.

Giulia Pozzi: In che senso?

postino: A Destra.

Giulia Pozzi: Pure io.

postino: Uno che si chiama Giulia sarebbe di Destra mo’?

Giulia Pozzi: Democristiano.

postino: Ah! Democristiano. Poteva dirlo subito, signorina Giulia.

Giulia Pozzi: Pozzi.

postino: Giulia, Giulio. Pozzi. Che differenza vuole che faccia a questo punto! Nessuna. Non perdiamoci in formalismi così tanto bassi.

Giulia Pozzi: Pozzi, per la Madonna!

postino: De coccio proprio, signorina Giulia!

Giulia Pozzi: Pozzi.

postino: Come vuole lei, “signorina”. Tanto con un democristiano non c’è proprio.

Giulia Pozzi: Che cosa non c’è?

postino: E’ per dire.

Giulia Pozzi: Sì, ma che cosa dice?

postino: Mi sta facendo il quarto grado? Tutti uguali i democristiani.

Giulia Pozzi: E lei a quale partito appartiene?

postino: Senta, non siamo così intimi: lo sa che lei è proprio impertinente? Prima lo sbaffo, poi lo schizzetto… che vuole, lo dica? che mi metta a novanta?

Giulia Pozzi: Voglio solo il mio pacchetto.

postino: Quelli come lei dicono tutti così. Il pacchetto lo chiamate adesso.

Giulia Pozzi: Guardi che è lei il postino che ha bussato alla mia porta.

postino: Ho bussato perché non ho trovato un altro lavoro. Me ne vuole forse fare una colpa? Perlomeno il mio è un lavoro onesto non equivoco, signorina Giulia.

Giulia Pozzi: Pozzi.

postino: Senta, lei se le va proprio a cercare.

Giulia Pozzi: No, non è vero: glielo posso dimostrare.

postino: Non ci pensi neanche. Sono un postino, ma so picchiare e forte all’occorrenza.

Giulia Pozzi: Estrema Destra, dunque.

postino: Senti chi parla! Il fondamentalista.

Giulia Pozzi: Me lo dia e non parliamone più.

postino: Per-Giulia-Pozzi.

Giulia Pozzi: Me lo dia.

postino: Giulia, veda di non importunarmi, altrimenti le mollo un ceffone di quelli che manco Dio!

Giulia Pozzi: Il pacchetto.

postino: Pervertito. Maniaco sessuale.

Giulia Pozzi: Il pacchetto. Ho firmato, con lo schizzetto pure.

postino: Maniaco. Mi fa orrore, signora Giulia.

Giulia Pozzi: Non sono una signora. Pozzi.

postino: Sì, signorina.

Giulia Pozzi: Pozzi, quello dello sbaffo sulla “o”.

postino: Quella è una “a”.

Giulia Pozzi: Non sono una signora/ una con tutte stelle nella vita./ Non sono una signora/ ma una per cui la guerra/ non è mai finita/ oh no, oh no…/ Io che sono una foglia d’argento/ nata da un albero abbattuto qua/ e che vorrebbe inseguire il vento/ ma che non ce la fa./ Oh ma che brutta fatica/ cadere qualche metro più in là/ dalla mia sventura/ dalla mia paura. *

postino: Che è?

Giulia Pozzi:La Loredana.

postino: Chiii?

Giulia Pozzi: La Bottana.

postino: E chi è?

Giulia Pozzi: Quella che canta. Una che fa cover di canzoni famose.

postino: Ha ospiti?

Giulia Pozzi: No.

postino: Ma io sento cantare…

Giulia Pozzi: E’ la radio che canta, cazzone.

postino: Non offendiamo.

Giulia Pozzi: Mi dia il pacchetto e facciamola finita.

postino: Per lei è facile, ma il pacchetto glielo devo dare io.

Giulia Pozzi: E chi se no?

postino: Maiale.

Giulia Pozzi: Senta, mi dia quel pacchetto, per cortesia.

postino: Tanto non glielo do.

Giulia Pozzi: Ho firmato.

postino: Questo è vero. Colpa mia che l’ho fatta firmare.

Giulia Pozzi: Allora, me lo dia.

postino: Mi tocca. Glielo do. Ma se andrà a dirlo in giro, zac!

Giulia Pozzi: Finalmente.

postino: E’ proprio felice, glielo si legge in faccia.

Giulia Pozzi: E’ un’ora che parliamo e non arriviamo mai al punto.

postino: D’accordo. Solo perché ha firmato.

Giulia Pozzi: Sì, perché ho firmato.

postino: Giulia, ecco, faccia spazio. Mi faccia entrare.

Giulia Pozzi: Dove va?

postino: In camera da letto.

Giulia Pozzi: Perché?

postino: Non glielo posso dare il pacchetto davanti a tutti.

Giulia Pozzi: Ci siamo solo noi su questo ballatoio.

postino: Giulia…

Giulia Pozzi: Pozzi.

postino: D’accordo: se Pozzi le piace di più. Diciamo allora che non mi piace darglielo sul ballatoio.

Giulia Pozzi: E me lo deve dare in camera da letto?

postino: Preferisce in soggiorno o in cucina… sul divano?

Giulia Pozzi: Un posto vale l’altro, a questo punto, purché mi dia ‘sto pacchetto.

postino: E allora venga a prenderselo, Pozzi

Giulia Pozzi: Grazie.

* “Non sono una signora” – testo di Ivano Fossati, 1982

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