Ieri sera a Pordenone ha parlato Giuliana_Sgrena, invitata da Sinistra ecologia e libertà. Scongiurato il pericolo (grazie ad una mobilitazione partita dalla rete) che ad intervistarla fosse il direttore di Tele Pordenone Di Meo Guardascione - dalle note tendenze reazionarie - la serata è filata via liscia. La Sgrena ha fatto una lezione di giornalismo, contrapponendo quello dei fatti a quello basato sulle agenzie o, parlando di inviati in Iraq, quello di chi è al seguito delle truppe Usa (i cosiddetti embedded). Riferendosi alla vicenda della sua liberazione e dell'uccisione ad opera di militari Usa del funzionario dei servizi segreti Nicola_Calipari, la Sgrena ha affermato che ancora oggi vive la situazione di chi non si è ancora pienamente resa conto di essere stata liberata. Gli americani hanno sparato per uccidere: dei cinquantotto proiettili sparati, solo uno è stato rivolto verso il motore, gli altri sulle tre persone nell'auto. Un vero e proprio agguato, secondo il racconto di Giuliana Sgrena, le cui motivazioni rimangono però oscure, ipotizzando solo il fatto che gli Usa volessero in questo modo "punire" chi, come l'Italia, pagava i terroristi per ottenere la liberazione degli ostaggi.
Ieri sera a Pordenone ha parlato Giuliana_Sgrena, invitata da Sinistra ecologia e libertà. Scongiurato il pericolo (grazie ad una mobilitazione partita dalla rete) che ad intervistarla fosse il direttore di Tele Pordenone Di Meo Guardascione - dalle note tendenze reazionarie - la serata è filata via liscia. La Sgrena ha fatto una lezione di giornalismo, contrapponendo quello dei fatti a quello basato sulle agenzie o, parlando di inviati in Iraq, quello di chi è al seguito delle truppe Usa (i cosiddetti embedded). Riferendosi alla vicenda della sua liberazione e dell'uccisione ad opera di militari Usa del funzionario dei servizi segreti Nicola_Calipari, la Sgrena ha affermato che ancora oggi vive la situazione di chi non si è ancora pienamente resa conto di essere stata liberata. Gli americani hanno sparato per uccidere: dei cinquantotto proiettili sparati, solo uno è stato rivolto verso il motore, gli altri sulle tre persone nell'auto. Un vero e proprio agguato, secondo il racconto di Giuliana Sgrena, le cui motivazioni rimangono però oscure, ipotizzando solo il fatto che gli Usa volessero in questo modo "punire" chi, come l'Italia, pagava i terroristi per ottenere la liberazione degli ostaggi.
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