Dal punto di vista politico, come quasi sempre accade, è difficile tracciare un bilancio della sua carriera. Spesso i biografi si dividono in due categorie: estimatori e detrattori. Anche chi ne scrive come storico, quindi apparentemente non lasciandosi influenzare dall'attualità del fatto di cronaca, sovente non riesce ad essere imparziale nel suo giudizio sugli atti politici. Questo atteggiamento preconcetto, che spesso è tale solo nella mente del lettore, carica la biografia di una tara che fa svanire l'obiettività, assegnando alla ricostruzione dei fatti un'interpretazione di parte. Non sfugge a questo destino la classe politica, e massimamente coloro che hanno esercitato a lungo il potere distribuendosi su un elevato numero di poltrone. E' così anche per Giulio Andreotti, per il quale esiste una serie di estimatori e denigratori pregiudiziali, mentre sarebbe interessante, oltre che potersi dotare di una esatta ricostruzione storica degli eventi, poter contare su un'analisi e un giudizio politico scevri di preconcetti.
Qui una ricostruzione di Massimo Franco, notista del Corriere.
Qui, infine, alcune non tenere considerazioni di Travaglio (anno 2008).