Giungla urbana

Da Francesca_82
Ieri ho fatto la ragazza madre per 12 ore e per prima cosa dico: vi ammiro single mamas! Perché davvero non so come facciate! Dal supermercato a prendere il treno, ieri era anche un giorno dedicato al relax eppure ne sono uscita sgualcita e quando ho rivisto Raul alle 20.30 alla stazione ho ringraziato tutti gli dei dell'Universo per la sua esistenza.
Allora, ieri ero da sola perché Raul era fin da mattino presto impegnato al mercato e avevamo appuntamento alle 8 di sera alla sagra del paese del socio. Avevo un appuntamento al parco per la festa di addio di un'amica italiana e quindi riesco a trovare un passaggio per me, Marc, il passeggino, lo zainetto e la bandolera per andare a Valencia city già verso le 12.
A Valencia oramai ho una serie di luoghi dove vado quando sono da sola per ristorarmi, come delle seconde case dove riesco a stare al fresco, cambiare Marc, fare pipì mentre qualcuno se lo tiene e se sono fortunata anche sfogliare il giornale. Uno di questi posti è la Mandragora, la sede dell'Associazione vegana animalista e transessuale-gay è anche un ristorante per soci, dove io mangio gratis e dove appunto mi sento come in famiglia. Quella è stata la prima fermata di tre, in pieno centro storico. A parte che vi consiglio di andare alla Mandra se davvero volete conoscere Valencia ( David, Amparo, Adela, Dave o Jordi vi sapranno togliere qualunque dubbio sulle attività sociali ed eventi che vengono realizzati in diversi spazi urbani) ma anche perché è l'unico luogo al mondo che conosco dove mangi e decidi tu quanto pagare.Altra perla e il negozietto gratis: sì, gratis, cose di seconda mano che i soci lasciano là e che tu puoi prendere senza dover lasciare niente in cambio. Cosa geniale, essendomi io vestita ad occhi chiusi, là trovo un vestitino che mi metto nel bagno e posso dire quindi di aver avuto un aspetto decente per il resto della giornata.
Decido di mangiare là nonostante ci sia un pic nic che ci aspetta, ma so che non avendo preparato io niente poi potrei ridurmi a mangiare solo pane. Arriviamo al parco (parco, oddio, diciamo al km 3 dei 10 che è il Turia, l'ex fiume trasformato in parco) e girando girando -Marc felice solo per il fatto di stare nel verde- arriviamo al tal albero dove appunto c'è il pic nic. Mi va bene, c'è cous cous e altre delizie vegan-tedesche-svedesi (??? credo) che soddisfano sia Marc che me. La cosa per me più naturale, ma davvero è liberare Marc da ogni intralcio fisico, affinché possa rotolarsi sull'erba, mangiare, strisciare... o i parchi non sono fatti per questo? Via quindi i pantaloni. Oh mi piace fin qua la storia perché siccome a lui piace essere il centro dell'attenzione ed essendo l'unico sotto i 29 anni di età figuriamoci, passa di mano in mano, guarda piccioni, assaggia cibo buono, gli parlano in 5 lingue diverse.... una meraviglia. Complice una pipì gli tolgo il pannolino, che ha su quello usa e getta per questioni di gestione dello zainetto. Arriva il momento del giretto, sì purtroppo pure al parco, sul prato: spero in cinese che non mi si rompa in modo definitivo la ruota del passeggino da combattimento (ne abbiamo due, entrambi ereditati dalle cuginette, uno che usiamo nel campo e che ieri mi sono portata dietro veramente zozzo, impresentabile, con il parasole rotto, mammamia che vergogna e un altro a casa di mia suocera che è quello delle occasioni ufficiali, tipo "andiamo al mercato") e arriviamo all'area giochi. Linde bimbe con i capelli raccolti in treccine giocano tranquillamente senza sporcarsi nella sabbia e vicino alle altalene. Giovani madri leggono libri sedute ai piedi dell'albero più bello, un occhio al libro e uno alla bimba che sembra volare più in alto della sabbia e il vento non la spettina.
Altro lato della sabbiola: una gitana, con tre bimbe più uno che dorme nel passeggino.
In mezzo: Marc solo con la maglietta, in braccio a me.
Giuro davvero che questa è la scena. Io decido da che parte andare, vorrei andare dove batte meno il sole che è dove c'è la bimba delicata come un fiore. Ma uff... Non faccio in tempo a decidere che una madre mi viene incontro e preoccupata mi chiede se non ho più pannolini.
-.-"
Rispondo solo che ... fa caldo e vado verso la gitana che è l'unica che mi parla come una madre normale.
Quindi da questa lezione ho imparato: 
per fortuna che noi al parco non ci andiamo mai perché potremmo avere l'ingresso sbarrato ela prossima volta che qualcuna mi chiede se sono rimasta senza pannolini rispondo "Eh, la crisi" e incasso. 
Nota della giornata: alla fine di un altro giro in città, con Marc più di là che di qua si presenta l'ostacolo treno: all'andata avevo usato la metro perché di facile accesso con rampe e ascensori, ma al ritorno non vado al mio paesello ma ad uno raggiungibile solo in treno. Non so se dare l'Oscar a quelli che mi hanno guardata impassibili caricare il passeggino sul treno con lo zaino sulle spalle e Marc nella bandolera o alla vecchia trucida che quando mi sono seduta di fronte a lei, dopo aver parcheggiato il passeggino nell'apposito spazio con i freni inseriti si è alzata indignata ed è andata via dicendomi "Me ne vado perché così stai più comoda"! 
Vecchia scema.

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