Giuseppe Antonio Pianca - Filippo Maria Ferro
Creato il 16 gennaio 2014 da Andrea Leonelli
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Link all’acquistoLibroCoSinossiNato in Valsesia, ad Agnona nel 1703, Giuseppe Antonio Pianca approda presto a Milano, dove si forma coniugando la poetica della valle, la memoria di Gaudenzio, di Tanzio e del Sacro Monte, con la grande tradizione della Lombardia borromea. Milano è un crocevia di novità, il giovane artista vive l’avanguardia “scapigliata” del Magnasco e guarda con entusiasmo ai pittori genovesi e a quelli veneti elaborando un’originale interpretazione del “barocchetto” attenta ai grandi esempi francesi di Van Loo e Boucher. Soggiorna a Novara, negli anni di passaggio della città al Piemonte, e vi lascia capolavori che ben rivelano le sue inquietudini fra le tetre “passioni” del secolo trascorso e le “leggerezze” della nuova moda: il “Martirio di un Santo in città” e “Assunzione della Vergine a Ghemme”. Opera nel territorio novarese e nei borghi del lago d’Orta, luoghi di soggiorno di intellettuali e aristocratici milanesi. Lavora a imprese decorative a Novara (Palazzo Bellini), a Cremona (Palazzo Visconti) e a Tortona (Palazzo Busseti). Nell’ultimo periodo realizza importanti commissioni per la sua Valsesia, le pale di Agnona e di Rima S. Giuseppe, i dipinti per i Cappuccini a Pescarenico e a Mollia. 1762, ultima data nota della sua attività ed esistenza. Oltre alla produzione sacra e alle decorazioni di nobili dimore, Pianca continua la linea dei “pittori della realtà” realizzando ritratti, nature morte e “paesi”, sensibili scenari di un’”Arcadia amara”. Rivelato da Marco Rosci nella mostra a Varallo nel 1962, e apparso come un “lombardo in rivolta” a Giovanni Testori e a Dante Isella, Pianca si conferma oggi come una figura tra le più significative del Settecento nel Nord Italia.BiografiaFilippo Maria Ferro insegna all’Università di Chieti. Novarese, alunno a Pavia dell’Almo Collegio Borromeo, dagli anni di gioventù si è occupato di arte piemontese e lombarda, avendo quali primi referenti Marco Rosci e Giovanni Testori e ancora, nell’orbita di Roberto Longhi, Mina Gregori e Carlo Volpe. Costante rimane l’attenzione per gli amati maestri della sua terra: Gaudenzio Ferrari e Bernardino Lanino, Cerano, Tanzio, Daniele Crespi, Giulio Cesare Procaccini, i Fiammenghini e Giuseppe Antonio Pianca. Su di loro pubblica saggi nelle più importanti riviste di storia dell’arte, in particolare su “Paragone” dal 1966; e stila schede per dizionari e cataloghi: Museo Novarese (1987), Pinacoteca di Brera (1988 e 1989), Pinacoteca del Castello Sforzesco (1999), Museo Diocesano di Milano (2011).Pagina LibroPagina FacebookTwitterGoogle+Formato Libro: Cartaceo
Casa Editrice: Edizioni dei Soncino
ISBN: 9788897684183
Numero Pagine: pp. 352, tavv.col., b/n, ill. col.
Prezzo: 153,00
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