Giuseppe Giacosa: quando gli scacchi diventano poesia

Creato il 19 luglio 2012 da Federbernardini53 @FedeBernardini

“Una Partita a Scacchi” leggenda drammatica in un atto, di Giuseppe Giacosa, fu rappresentata per la prima volta all’Accademia Filarmonica di Napoli il 30 aprile del 1873 e messa in scena da Achille Torelli.

L’opera è intrisa di sentimentalismo, ma la sua perfezione formale, l’attenta ricostruzione dell’ambiente medievale in cui si svolge e il patos romantico che la pervade, la rendono tuttora godibile.

Scritta in versi martelliani, la leggenda trae ispirazione da una ballata provenzale d’autore anonimo:”Di questa fiaba in versi ho tratto l’argomento/da una romanza scritta circa il mille e trecento/…La romanza era scritta in lingua provenzale”.
Il Giacosa modificò soltanto il finale: il cinico protagonista della ballata, Huon de Bordeaux, preferisce il vile danaro alla mano della bella castellana.
L’azione si svolge nel castello di Renato, in Valle d’Aosta. I nomi di alcuni personaggi sono ispirati dal quadro del pittore, conte Federigo Pastoris, “I Signori di Challant”.

Nella dedica, datata dicembre 1875, così scrive, infatti, il poeta:”Nessuno meglio di te, e pochi al pari di te, intendono ed amano la poesia grave delle cose passate. Il tuo quadro I Signori di Challant fa riscontro alla mia Partita a scacchi, così che io mi compiaccio di chiamare Renato il tuo canuto castellano e Iolanda la sua bella e pietosa fanciulla…”.

A sua volta, il dramma di Giacosa ispirò il quadro di Girolamo Induno “La Partita a Scacchi”, che riproduce il momento in cui Iolanda riceve lo scacco matto.

La partita, come abbiamo detto, si svolge tra Iolanda, figlia del conte Renato di Challant, ed il giovane Fernando, paggio di Oliviero, conte di Fombrone.
La posta?
Renato (a Fernando) “…Se tu vinci, io ti dò per consorte la mia figlia Iolanda”.
Fernando “E se perdo?”
Renato “La morte”.

Il testo non dice con quali colori giocarono i contendenti, ma non v’è dubbio che il cortese Fernando abbia concesso a Iolanda il primo tratto.

Nel testo di Giacosa troviamo qualche indicazione sulle mosse eseguite durante la partita ed alcuni hanno provato a ricostruirla, primo fra tutti l’Induno, che nel suo quadro ci mostra la posizione finale.

Tale posizione è tuttavia in contraddizione col testo, poiché il bianco, condotto da Iolanda, aveva perso un cavallo, mentre sulla scacchiera vediamo ancora due cavalli bianchi.

Nel 1907, il Maestro Annibale Dolci, nella sua rielaborazione della partita, arrivò a una posizione di matto dissimile da quella dell’Induno, ma coerente con le scarse indicazioni di Giacosa.

Attenendoci scrupolosamente a queste sue indicazioni, proviamo a nostra volta a ricostruire la partita.

Ci limiteremo a “Pousser du bois” come si diceva a Parigi ai bei tempi del “Café de la Régence” perché la partita fu certamente brutta: Fernando era troppo preso dai begli occhi di Iolanda e lei faceva di tutto per perdere (benché valente giocatrice) e poter così sposare il paggio di cui s’era invaghita.

Ricordiamo che nel medioevo le regole del gioco erano diverse da quelle moderne, seguite nella ricostruzione…ci sia concessa la licenza scacchistica.

BIANCO Iolanda – NERO Fernando.

1. e4, e5; 2. Cc3, f5; 3. d4, fxe4; 4. Dh5+, (Iolanda, ancora ignara del patto, si appresta a mettere in scompiglio le schiere dell’imbambolato Fernando) g6; 5. Dxe5+, de7;
6. Dxh8, (Iolanda: “Ed io senza periglio decimo le tue schiere”) Df7; 7. De5+, Ce7; 8. Dxe4, d6; 9. Cb5, Ca6; 10. Ae2, Ad7; 11. Ag4, (Iolanda: “Già perdesti una Rocca, e dò scacco all’Alfiere…Oh la sventata! Vedi che ho messo un piede in fallo./Ti dò scacco all’Alfiere e disarmo il Cavallo)Axb5; (Fernando prende il Cavallo) 12. b3, Ag7; 13. Ae2, Axe2; 14. Dxe2, 0-0-0; (arrocco lungo) 15. Aa3, Te8; 16. Ch3, (Iolanda, che nel frattempo ha scoperto il patto, gioca per perdere) Axd4; 17. Td1, Cd5; (Fernando: “Bada, or sei tu che perdi…dò scacco alla Regina) 18. Cg5, Txe2+; 19. Rxe2, Dxf2+; 20. Rd3, Cf4+; 21. Rc4, Ab6; 22. Thf1, (Iolanda: “Guarda, due mosse ancora e la vittoria è tua”) Dxc2+; 23. Rb5, (Mentre Fernando esita, Iolanda di soppiatto lo piglia dolcemente per mano, e fa lei una mossa per lui) Dc6. (Iolanda, alzandosi, e con lei tutti: “SCACCO MATTO!”)

Federico Bernardini

Illustrazione: Giuseppe Giacosa, fonte http://it.wikipedia.org/wiki/File:Giacosa_Giuseppe.jpg



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