Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza: Profondo Nero. Mattei, De Mauro, Pasolini. Un’unica pista all’origine delle stragi di stato

Creato il 23 dicembre 2009 da Fabriziofb
Enrico Mattei; Mauro De Mauro; Pier Paolo Pasolini.
Tre nomi, tre volti popolari, entrati indelebilmente nella nostra memoria collettiva; tre idee, tre storie, tre biografie profondamente differenti, accomunate solo dalla violenza dell'epilogo.
Solo? Forse no: Enrico Mattei è morto a Bascapè, provincia di Pavia, il 27 ottobre 1962, in seguito ad un “misterioso incidente” aereo; Il giornalista Mauro de Mauro è scomparso a Palermo, il 16 settembre 1970, accompagnato da una serie di “misteriosi” individui; Pier Paolo Pasolini è stato assassinato il 2 novembre 1975, nel corso di una “misteriosa” lite. Il suo cadavere martoriato è stato ritrovato all’Idroscalo di Ostia.
Non è solo la fine violenta, dunque, ad accomunare i tre personaggi, ma anche il mistero che avvolge le circostanze della loro morte; mistero che, come spesso è accaduto nell’Italia degli ultimi settant’anni, è in realtà riducibile a una serie di avvenimenti "quasi noti", legalmente non provabili per effetto di una serie di mistificazioni, alterazioni, depistaggi ecc.
E nel caso dei tre personaggi in questione, il collegamento non è poi così difficile; basta partire dal primo delitto, e porsi la ben nota domanda di senechiana ascendenza: Cui prodest?
A chi avrebbe giovato la morte di Enrico Mattei? Agli americani? Certo. Alle “sette sorelle”? Sicuramente. Ma la morte dell’allora numero uno dell’Eni, avrebbe (e ha) fatto molto comodo anche a Eugenio Cefis, “il corazziere”, ex partigiano in contatto con gli americani (e con la CIA), amico di Fanfani, probabile fondatore della P2, numero due dell'ente, misteriosamente espulso nel 1962, per volontà di Mattei, ma rientrato in pompa magna subito dopo l'incidente di Bascapè.
E, si dà il caso, che proprio sulla morte dello storico presidente dell’Eni, e sui giorni del suo ultimo soggiorno catanese, stesse indagando, su commissione del regista Francesco Rosi, pronto a girare il film Il caso Mattei, il giornalista Mauro De Mauro. Pare, anzi, che pochi giorni prima della scomparsa, avvenuta il 16 settembre 1970 sotto casa sua, avesse scoperto “qualcosa di grosso”, (qualcosa su Cefis?) e che lo avesse rivelato a un noto avvocato della zona... l’avvocato sbagliato, a quanto pare.
Si aggiunga a questo, che su Mattei, e anzi, meglio, su Cefis (trasfigurato nel "Troya" che fa da protagonista al romanzo incompiuto Petrolio) stava lavorando anche Pasolini, al momento della sua morte, e che le voci sul carattere “politico” della lite dell’idroscalo, in circolazione fin dalla morte del poeta, il 2 novembre 1975, non si sono mai spente.

Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza raccontano, con piglio piacevolmente romanzesco e penna affilata, pungente, talvolta ironica, sempre lucida, una storia profondamente italiana, nel senso negativo del termine: una storia di verità coperte e camuffate, di insabbiamenti, depistaggi e menzogne, di false accuse e calunnie; una storia i cui attori sono politici, mafiosi, avvocati, faccendieri, malavitosi romani legati agli ambienti della destra eversiva, uomini dei servizi, amministratori locali, “stimati professionisti”, rappresentanti di forze politiche tutt’ora in campo, complici di una serie di delitti che legalmente irrisolti(1), ma effettivamente insabbiati per oltre quarant’anni.
E la ricostruzione funziona, non solo in virtù dell’incredibile quantità di documenti proposti a sostegno della tesi, ma anche grazie a una serie di calibrati passaggi dai modi del reportage alla narrazione in chiave di fiction, dall’intervista alla ricostruzione storica, che "costringono" il lettore, convinto e coinvolto, a seguire il “filo nero come il petrolio” che “lega gli omicidi di Mattei, De Mauro e Pasolini”(2).
Il saggio Profondo Nero. Mattei, De Mauro, Pasolini. Un’unica pista all’origine delle stragi di stato, di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, è edito da Chiarelettere.
(1)E c'è ancora chi avanza dei dubbi, e parla di "incidente" e "coincidenze": secondo la sentenza di archiviazione firmata dal gip di Pavia Fabio Lambertucci il 17 marzo 2004, per esempio, l'inchiesta del P.M. Calia (ad oggi l'indagine più completa sul caso Mattei) permette, al massimo, la formulazione di "un giudizio di mera compatibilità con l'ipotesi
 delittuosa"...
(2)Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, Profondo Nero. Mattei, De Mauro, Pasolini. Un’unica pista all’origine delle stragi di stato, Chiarelettere, Milano 2009, p. 276.

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