“Ho deciso di dedicare la mia vita al cibo perché ho la convinzione profonda che sia un’enorme occasione di felicità quotidiana. Il cibo tesse rapporti tra coloro che lo condividono, sa mantenere in vita legami con coloro che abbiamo perso, e con i posti che abbiamo lasciato da tempo. Può aiutare a fare pace con gli addii che siamo stati costretti a dare”
La storia di Joe Bastianich è un “viaggio”: di riconquista, di scoperta, di amore, di riappacificazione, di ritrovarsi. Dove il comune denominatore è sempre il cibo. In un’oscillazione costante tra odio (nell’infanzia) e amore (nell’età adulta). La sua vera storia è raccontata nel suo ultimo libro appena pubblicato – Giuseppino, Da New York all’Italia: storia del mio ritorno a casa (Utet). Joe da piccolo odiava il cibo. Odiava la condensa che si creava costantemente in casa sua perché si cucinava ad ogni ora del giorno. Odiava il suo lunchbox diverso dagli altri ragazzi della scuola – gli altri avevano per pranzo panini sterili, incelofanati e senza odore, lui pane da cui strabordava trippa. Odiava il nomignolo che nonna Erminia gli aveva rifilato, Giuseppino. Joe non ha avuto un’infanzia felice ma in continua tensione tra ciò che era la realtà e cio’ che pensava di desiderare. E questo strappo l’ha segnato. Figlio di esuli istriani emigrati a New York, da ragazzo vive direttamente la passione della mamma Lidia per la cucina italiana, che lo formerà, in un certo senso, nella perseveranza e nel credere in quello che desideri.
“La vera cucina italiana si trova ancora nelle case dove le donne stanno ai fornelli”
Forse non tutti lo sanno ma la carriera di Joe Bastianich inizia a Wall Street. Nella fredda e sterile Wall Street. L’esperienza dura poco. Uomo di valori in cui arde la passione di mamma Lidia sente l’esigenza di riscoprirsi, o meglio, una missione di soul-searching (ricerca dell’anima), come lui stesso la definisce. Così Joe parte. Lascia l’America, New York, la grandezza per avventurarsi verso le sue origini: l’Italia. Questo viaggio lo illumina, perché è proprio qui che matura il restaurant man. Dopo essere tornato in America, infatti, inizia la sua carriera imprenditoriale come ristoratore, con il conseguente successo. E l’Italia rimane solo un”passaggio estivo“.
Anni dopo una telefonata cambia ulteriormente il percorso di Joe. Gordon Ramsay lo vuole come giudice MasterChef USA, un nuovo talent show incentrato sul cibo e la cucina di alto livello. Joe anni dopo si proporrà anche per MasterChef Italia e il finale lo sappiamo bene tutti. Una storia vera scritta da Joe in collaborazione con Sara Porro, giornalista e scrittrice che si occupa di cibo, viaggi e costume. Una storia di odio e amore, verso il cibo e verso l’Italia. Ma anche una storia a lieto fine in cui viene proposto l’esempio di un uomo che grazie alla tenacia e alla perseveranza coglie le opportunità che la vita gli dona. Certo, a volte con sofferenza ma alla fine il viaggio vale molto di più dell’obbiettivo, come scrivevano i grandi filosofi. E la riappacificazione con l’Italia decreta infine che non sempre quando siamo piccini la nostra percezione della realtà sia corretta. Sono emozioni. Ma il valore di quanto abbiamo viene solo misurato con l’esperienza, o meglio, con la maturità.
”I miei ristoranti chiuderanno, Eataly sarà di qualcun altro: il vino è l’unica tra le cose che ho creato ad avere la possibilità di sfidare il tempo. “One life is not long enough to live the life of wine”, una vita non è lunga abbastanza per vivere la vita del vino. Al ciclo di vita del vino partecipiamo soltanto, senza controllarlo né comandarlo. Siamo passeggeri, non capitani della nave”.
Joe Bastianich (1968) Nasce a New York, nel Queens, da una famiglia di origini istriane. Fin da piccolo cresce nell’ambiente della ristorazione, settore a cui decide di dedicarsi dopo una breve esperienza a Wall Street. Prima come socio della madre, la chef Lidia Bastianich, poi con Mario Batali, si afferma comerestaurant man di successo, aprendo trenta ristoranti in tutto il mondo, tra cui alcuni dei più celebrati sulla scena newyorkese come i leggendari Babbo e Del Posto. Con Oscar Farinetti porta Eataly in America (per ora a New York e Chicago). Dal 2010 è volto della versione americana di MasterChef, per poi debuttare, nel 2011, anche nell’edizione italiana. Insieme a Shine America è produttore esecutivo e conduttore del nuovo show della CNBC, Restaurant Startup.
Sara Porro vive a Milano e ha scritto di cibo, viaggi e costume per “Amica”, “Dispensa”, “Fine Dining Lovers”, “New York Magazine”, “la Repubblica”. È stata tra i primi a occuparsi di MasterChef Italia con un seguitissimo liveblog sul magazine gastronomico online “Dissapore”. È una dei fondatori del sito “Sauce Milan”.