Give me a five! – Diventare mamma (di nuovo)

Da Mammachevita @mammachevita_g

Dicono che tre sia il numero perfetto ed effettivamente se ripenso alla prima volta in cui questo numero ha dato un vero senso alla mia esistenza è stato il giorno nella quale mi resi conto di diventare mamma stringendo per la prima volta il mio bambino tra le braccia. Eravamo noi tre che vedevamo nascere la nostra famiglia, l'arrivo di una nuova generazione che avrebbe dato un senso al nostro futuro e avrebbe portato un pò di noi negli anni a venire. Un'emozione difficile da descrivere senza cadere nel banale e nello scontato, ma sicuramente qualcosa di forte e unico che solo chi l'ha provato puó capire.
Se poi sei una mamma che prima di essere mamma è una figlia unica, alla scoperta di essere in dolce attesa di un fratello o una sorella comprendi che probabilmente quel numero che credevi essere perfetto non lo era poi così tanto, perché forse l'arrivo di questa nuova vita sarà sconvolgente quanto straordinaria e che ci vorrà del tempo per riadattarsi a delle nuove abitudini soprattutto passato il primo periodo di "inutilità" del neonato, nuove routine che si potranno vivere nei momenti che segneranno la tua vita in eterno ma in un altro modo.

Poco più di un anno e mezzo fa ero spaventata dalle possibili reazioni di gelosia del primogenito, mi terrorizzavano i vari ed eventuali tentativi di soppressione nei confronti del più piccolo che, come tutti i neonati, doveva affrontare una fase di impotenza e sottomissione. Ma come in tutte le famiglie del resto anche noi abbiamo superato e stiamo superando questa fase.
Crescendo hanno iniziato a conoscersi, a comprendersi, ad esplorarsi. Hanno iniziato a capire giorno per giorno di più l'uno all'altro, percependosi in modo sempre più profondo fino a diventare spesso complici tra amore e contrasti ma anche e pur sempre fratelli.
Abbiamo attraversato fasi diverse dove molte ancora saranno da scoprire con un unica grande differenza: che i l tempo in cui saranno solo loro, sta quasi volgendo al termine.

Si perché se si parla di tre come numero perfetto, passata la fase del numero di componenti come nascita di una nuova famiglia, arriva quella in cui la perfezione corrisponde al numero di figli.
Ma cosa ne posso sapere io se di figli ne ho due? Diciamo che tutto è iniziato ad essere molto più facile da immaginare da quando sappiamo che la nostra famiglia si allargherà ancora.
Tra le novità di cui avevo parlato nel primo post di quest'anno la più bella era sicuramente questa.

Scoprire il primo giorno dell'anno di essere in dolce attesa, svegliarsi con il pensiero di fare il test di gravidanza con un giorno di anticipo rispetto a quello che sarebbe stato il momento del ritardo, essere certa che sarebbe comparsa quella linea rosa, non staccare gli occhi da quella bacchetta di plastica e osservare come quel segno diventava ad ogni secondo più intenso.
Avere la convinzione dopo già pochissimi secondi perché era innegabile che si sarebbe fatta più visibile. Sentire la stanchezza svanire nonostante fosse l'alba e avere voglia di buttare giù dal letto il marito per dargli la bella notizia.

Iniziare a fare due calcoli per capire quando (il come ovviamente no) fosse successo e scoprire che era stato il mio regalo di compleanno, sovrastando così l'importanza del bellissimo anello che mio marito con grandi sacrifici ha voluto donarmi. Vivere il primo giorno dell'anno con la consapevolezza che tutto sta per cambiare ancora una volta in meglio e iniziare per la terza volta a godermi le bellezze della gravidanza come se fosse la prima perché ogni dolce attesa è a se.

Un sovraccarico di emozioni e situazioni si sono accavallate in questi quasi due mesi e forse, proprio per questo, ho realizzato solo qualche giorno fa di essere davvero in attesa di questo terzo miracolo. La nostra prima eco ufficiale in cui la nostra piccola creatura si è decisa a mostrarsi senza far sudare il medico ma soprattutto facendoci finalmente sentire il suo meraviglioso cuore galoppante.
Nonostante le paure naturali del primo trimestre, ho vissuto con entusiasmo ogni giorno potendomi finalmente confrontare con mio figlio maggiore sull'arrivo di un nuovo membro della famiglia della quale sembra davvero entusiasta, cosa che quasi due anni fa non ero riuscita a fare visto la sua ancora tenera età.

Inutile dire tra l'altro che questa volta c'è l'unanimità nella speranza che sia una femminuccia sia perché il divario sessista in famiglia sarebbe davvero troppo eccessivo e sia perché, adesso, mi sento pronta per avere a che fare con trecce, gonnelline e magliette color pastello (anche se mai rosa!). Questo anche perché, se fosse un altro maschietto, sai che due balls sentirsi porre di continuo la domanda: " ma la femminuccia quando la fate?" da parte di chi forse non ha capito che il sesso dei figli (nonostante siamo nel XXI secolo) è più una scommessa alla roulette russa che una selezione al banco frigo.
Tra l'altro proprio perché si auspica nella femmina noi in realtà abbiamo già dato un soprannome al nostro fagiolino in onore dei fratelli (soprattutto perché se ne prendesse dalle loro bellezze il papà avrà parecchio da preoccuparsi), e abbiamo deciso per Cenza, un orrendo mix creato con i nomi dei big bros.
Non so ancora se vorrò scoprire il sesso di Cenza prima del giorno X perché dopo l'emozione provata il 21 luglio 2014 con la nascita di Vincy è difficile decidere se ne vale la pena rovinarsi la sorpresa in anticipo, e per questo argomento siamo ancora in fase di accesa discussione con marito (che ovviamente non è d'accordo).

Sono la mamma degli anni pari e non nego di spalancare gli occhi quando mi fermo a pensare che in quattro anni ho affrontato due gravidanze e nel giro di qualche mese ne finirà una terza. Soprattutto se rifletto sul fatto che questo decennio ha ancora qualche altro anno (2018 e 2020) da consumare ma forse questo è meglio non farlo presente al marito che potrebbe entrare nel panico ancora prima di dire "a".

#speriamochesiafemmina #Cenza

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