Adriana Asti, nata a Milano il 30 aprile 1933, è una delle più grandi interpreti teatrali italiane (diretta fra gli altri da Strehler, Ronconi e Visconti) in grado di lasciare pure nel cinema un segno importante in film di Pasolini, Bertolucci, De Sica e Buñuel. Protagonista di quel magico momento culturale che furono gli anni Sessanta, Adriana Asti fu amica di Pasolini, Moravia, Elsa Morante, Natalia Ginzburg (che si ispirerà a lei scrivendo Ti ho sposato per allegria, interpretato al cinema dalla Vitti) e compagna di Bernardo Bertolucci.
Scappata di casa, divenne attrice per caso, grazie a Luchino Visconti che la lanciò prima come attrice teatrale poi come attrice cinematografica, seppur con una differenza: a teatro le affida ruoli da protagonista, al cinema amichevoli apparizioni, come quella nei panni di lavandaia nel capolavoro Rocco e i suoi fratelli nel 1960 o quella cortigiana che cerca invano di sedurre Ludwig (1973). Adriana Asti diventa poi molto amica di due registi esordienti che si rivolgono a lei per il loro film d’esordio: il primo è Pasolini (gli sarà vicina, come Laura Betti, durante i diversi processi che l’intellettuale affronta in quel periodo) che la dirige in Accattone nel 1961 (ma anche in Capriccio all’italiana, nel 1968) e il secondo è Bernardo Bertolucci, diventato suo compagno, che le regala nel 1964 un ruolo magnifico, probabilmente il più bello della sua intera carriera, nel profetico Prima della rivoluzione.
La fine della fase diciamo “alta” della carriera di Adriana Asti coincide con la crisi del cinema italiano di qualità e la scomparsa della maggior parte dei grandi autori, molti dei quali le erano stati amici. Adriana si ritrova così ad interpretare ruoli per lo più marginali in film spesso marginali i cui contenuti e toni sono spesso suggeriti fin dal titolo: Homo Eroticus (con Lando Buzzanca), Paolo il caldo (con Giancarlo Giannini), Conviene far bene l'amore (con Christian De Sica e Gigi Proietti) e Il petomane, che a dispetto del nome è invece una satira con Tognazzi e la Melato.
Dall'estero arriva per fortuna Buñuel che la dirige in quel gioiello surrealista de Il Fantasma della Libertà in cui Adriana suona un pianoforte completamente nuda.
Al suo ritorno in Italia la aspetta Tinto Brass con Action e soprattutto il famigerato Io, Caligola (che vede tra i protagonisti Malcom MacDowell e Helen Mirren) summa del cinema di violenza e d’erotismo che caratterizza l’Italia di quegli anni.
Questi sono anche gli anni in cui la signora Asti sposa Giorgio Ferrara, fratello di Giuliano dalle diverse opinioni politiche, che la dirige in un introvabile ma sulla carta interessante adattamento di una novella di Flaubert, Un cuore semplice, al fianco di Alida Valli e la star warholiana Joe Dallesandro.
Dagli anni Ottanta è dunque il teatro a darle maggiori soddisfazioni, tra cui un Premio Duse nel 1993. Al cinema tiene a battezzo lo sfortunato esordio cinematografico di Sabina Guzzanti in Bimba! ma la terza fase della sua carriera si apre nel 2003 con La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, uno dei più interessanti film italiani del nuovo millennio, che le farà vincere il terzo Nastro d’argento. I due tornano a collaborare la terza volta (la prima fu nel film inchiesta Pasolini, un delitto italiano del 1995) in Anche a libero va bene (2005).
Negli ultimi anni ha vissuto tra l'Italia e Parigi, ha recitato in molti film francesi, tra cui l’ultimo di André Techiné, Les impardonnables, ha pubblicato due libri in francese, ha continuato a girare il mondo con le sue tourné teatrali e a luglio la vedremo intepretare Jean Cocteau al Festival dei due mondi di Spoleto, diretto dal marito.
Di seguito le immagini più rappresentative della sua carriera cinematografica e televisiva. 1960 - ACCATTONE - PIER PAOLO PASOLINI