Gli abusi sui minori in una ricerca nel marsalese

Creato il 27 marzo 2011 da Agueci

La famiglia responsabile delle violenze.

«Nella nostra società così puerocentrica, ancora tanti bambini, anche all’interno della propria famiglia, sono costretti a subire violenza». È la conclusione cui sono pervenute la professoressa Ignazia Bartholini e Maria Lombardo, neolaureata, in una ricerca da loro condotta all’interno del Servizio Sociale di Marsala in cui sono stati coinvolti 3 assistenti sociali, 3 psicologi, 1 giudice, 1 criminologo e 2 responsabili delle case alloggio. I casi ufficialmente denunciati tra il 2005 e il 2010 sono stati 20: su 17 si palesano motivi di trascuratezza, su 4 di maltrattamenti fisici e su 2 di maltrattamenti psicologici. Il dato è da leggersi, però, in quell’ambiente molto intriso di cultura omertosa, in cui vige la percezione della violenza “domestica” come un segreto da “celare”, seguendo il detto “i panni sporchi si lavano in casa”. Le segnalazioni di maltrattamento, infatti, sono pervenute: 10 all’autorità giudiziaria, 2 dalle scuole, 7 da vari enti (ASL, Neuropsichiatria Infantile, ecc.) e solo un caso è stato accertato tramite referti medici e segnalato spontaneamente dal privato sociale. Le vittime di maltrattamenti sono state inserite in case famiglia.

«L’apparente esiguità dei dati - affermano le ricercatrici - potrebbe, da un lato, apparire come un dato confortante, ma dall’altro deve indurre a riflettere sul fatto che attorno all’abuso e al maltrattamento minorile ruota il silenzio-complice di chi è non solo spettatore ma anche vittima di violenza; il dato affiorante, infatti, altro non è che la punta di un iceberg più ampio. I casi individuati sono solo quelli in cui la violenza si è manifestata in modo eclatante, magari perché il nucleo familiare era già noto, per altri motivi, ai Servizi Sociali».

Le manifestazioni degli abusi sono da ricercare in quegli atti e mancanze che turbano gravemente i bambini e le bambine, attentano alla loro integrità corporea, al loro sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale. Emerge la prevedibile correlazione tra sesso femminile e abuso sessuale, mettendo in luce la dimensione “sessuata” del fenomeno.

«Ma il danno è tanto maggiore – continuano le studiose - quanto più l’abuso resta sommerso e viene riconosciuto, è reiterato nel tempo, la risposta di protezione tarda, l’esperienza traumatica resta non verbalizzata e non elaborata emozionalmente, la dipendenza fisica/affettiva tra abusato e abusante è forte e viene mantenuta nel tempo, il legame tra vittima e abusante è di tipo parentale».

La fascia d’età coinvolta va dallo zero agli otto anni e le vittime, dato interessante, sono figli naturali e/o legittimi, di nazionalità italiana. Non sono stati finora segnalati casi di abuso e maltrattamento su minori stranieri. «Siamo però convinte – concludono le studiose – che il sommerso sia, tra le famiglie immigrate, una realtà molto più estesa di quella registrata nel Distretto marsalese».

SALVATORE AGUECI