Gli accessori del babbo (14): la playlist

Da Desian
"Crescendo la vita diventa più bella", disse una volta l'uomo piccolo.
E anche i gusti musicali evolvono, migliorano.
La compilazione della playlist (così si dice, no?) sembra essere la funzione primaria (l'unica?) di un padre oggi: persino un critico musicale di grido come Francesco Adinolfi si è esibito in un interessante articolo su "Alias", l'inserto culturale del "manifesto", al riguardo.
Io invece, non sono di quei babbi che hanno una playlist pronta per ogni occasione: la playlist per ogni settimana di gravidanza, la playlist per le doglie, quella per le spinte, quella prima, quella durante, quella dopo il parto. Quella nella culla (mi è capitato di leggerne con brani hard rock dentro: vabbè che la vita è dura ma non così), quella per il primo giorno di materna, e via e via.
Ai miei pargoli non ho propinato le mie canzoni, mi sembrava troppo passare i loro primi anni sotto l'egida dei martelli dei Pink Floyd e anche i Police fanno, a mio avviso, un discreto casino. Ci sarà tempo, mi son sempre detto.
Così, abbiamo optato per un'educazione musical-banale: abbiamo cominciato con le canzoncine da bambini, ninne nanne (una però di Pascal Comelade: esoterici, eh?!), al massimo un po' di Zecchino d'Oro. La solita mefitica zuppa, direte voi.
E dìtelo pure, perché poi invece abbiamo scoperto Sergio Endrigo e le canzoni su testo di Rodari e tutto un mondo di cd molto meno banali, con canzoni scritte appositamente, con un po' di gusto o con grandissimo talento (i fiorentini sanno tutto di "Gallo Cristallo" di Susy Bellucci) o il riarrangiamento in chiave-bambino di vecchi brani di Mina, Lauzi (no, non solo la Tartaruga...) e cose così. Naturalmente il tutto ascoltato decine e decine e decine di volte, compulsivamente. E abbiamo anche testimoni che possono confermare...
Dalle origini abbiamo fatto qualche passettino, nella formazione musicale pargolesca.
Recentemente, poi, il gran salto di qualità: abbiamo scoperto il jazz ed è successo, ancora una volta, senza clamore. E' arrivato questo cd in casa, una sera, e l'abbiamo messo su. E' solo un demo ma da allora i pargoli hanno una nuova cantante preferita, che riconoscono già quando prende fiato: "ma è la zia Veronica"!!!
Sì, è la Veronica (zia è titolo nobiliare acquisito...) che per vivere fa tutt'altro mestiere - ah quanto talento sacrificato per uno stipendio! - ma che quando canta si trasforma, così:

In bocca al lupo, Vero: tu sai per cosa.