Il segretario di Stato americano John Kerry ha annunciato di aver raggiunto il 21 febbraio un accordo provvisorio sul cessate il fuoco in Siria con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
Gli attacchi nei pressi della città di Damasco e Homs, che hanno provocato oltre 140 vittime domenica 21 febbraio, fanno però sorgere dubbi sull'effettiva entrata in vigore della tregua.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito ha fatto sapere che l’autobomba che è esplosa a Homs ha ucciso 57 persone e quella di Damasco, ne ha uccise altre 62. Entrambi gli attacchi sono stati rivendicati dal sedicente Stato islamico.
"Abbiamo raggiunto un accordo provvisorio in linea di principio sui termini di una cessazione delle ostilità che potrebbe iniziare nei prossimi giorni", ha detto Kerry in una conferenza stampa ad Amman con il ministro degli Esteri giordano Nasser Judeh.
Kerry ha rifiutato di entrare nei dettagli dell'accordo, dicendo che "non è ancora concluso".
La Russia sta mettendo una certa pressione sul presidente siriano Bashar al-Assad per rispettare gli accordi per la tregua. Una telefonata tra Vladimir Putin e Barack Obama, è prevista per questa settimana.
Un precedente accordo per il cessate il fuoco mediato dall'Onu, concordato tra le parti interessate riunite a Monaco di Baviera due settimane fa, non è entrato in vigore come era previsto.
La Russia nel frattempo continua la sua campagna di bombardamenti contro i ribelli.
Il segretario di Stato americano è fiducioso sull’accordo. “Siamo molto più vicini a un cessate il fuoco di quanto non lo siamo mai stati”, ha detto Kerry, pur sottolineando gli ostacoli ancora da rimuovere perché la tregua entri effettivamente in vigore.
Kerry ha poi ribadito l’ormai consolidata posizione degli Stati Uniti, secondo cui nessuna soluzione politica potrà essere raggiunta se Assad rimarrà al potere.
Il cessate il fuoco discusso da Lavrov e Kerry esclude i gruppi considerati organizzazioni terroristiche dalle Nazioni Unite.
La necessità di un cessate il fuoco è diventata ancora più urgente a causa delle recenti minacce della Turchia di invadere la Siria settentrionale in un’operazione di terra nel tentativo di contenere i curdi siriani e sostenere le forze di opposizione.
Il cessate il fuoco e la ripresa del passaggio dei convogli di aiuti umanitari sono i prerequisiti fondamentali per la ripresa dei colloqui di pace.
Fonte: The Post Internazionale