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Gli agenti segreti di Ian Flemming ed il gioco d’azzardo: un topos della spy story cinematografica

Creato il 07 novembre 2013 da Alessiamocci

Il gioco sembra essere un connotato essenziale delle spy story, sia nella letteratura che nel cinema. Nel tessuto narrativo ad un certo punto irrompe il gioco d’azzardo come momento di svago dell’agente segreto.

Gli agenti segreti di Ian Flemming ed il gioco d’azzardo: un topos della spy story cinematograficaIn ambienti caratterizzati da un’intramontabile eleganza, dove si intrattiene un’alta società cosmopolita, l‘agente segreto si infiltra senza difficoltà. È evidente che il gioco, nella sua componente di rischio, appartiene al Dna della spia.

Tra donne da copertina di vogue e magnati del petrolio o tycoon del traffico d’armi, il tavolo verde diventa un campo di battaglia virtuale dove l’abilità dell’agente segreto è messo alla prova, quasi a presagire la sfida più cruenta del duello finale, sempre mortale.

A quanti di voi è venuto in mente James Bond? Non è un caso. Il personaggio creato nel 1953 dalla penna dello scrittore britannico Ian Flemming, è un giocatore che ama le donne e il rischio.

In tutti i film tratti dai romanzi di Flemming, emerge il binomio agente segreto-gioco.

È proprio in “Agente 007 – Licenza di uccidere“, il primo film delle saga, che Sean Connery pronuncia per la prima volta la celebre frase: «Bond… James Bond», il titolo originale del film, non a caso, è Casino Royale e la frase viene pronunciata mentre si accende una sigaretta e siede al tavolo verde.

Gli agenti segreti di Ian Flemming ed il gioco d’azzardo: un topos della spy story cinematograficaFrammenti di un’iconografia che è rimasta nella memoria collettiva. Pierce Brosnan, un altro ex 007, paradossalemente nato in Irlanda a Drogheda, è l’interprete che conferisce al suo James Bond quel tono “british” da ombrello e bombetta.

Anche per Brosnan l’ingrediente “agente segreto-gioco” lo impone come testimonial per le slot online William Hill, marchio britannico del gioco per antonomasia.

Nel 2006 l’attuale James Bond, questa volta il biondo Daniel Craig, riporta sullo schermo uno 007 che ritorna alle origine in Casino Royale, anche qui quasi un quarto del film si dipana in un casinò del Montenegro.

Questa volta si gioca a poker. Evidentemente nell’immaginario degli sceneggiatori un agente segreto può anche smettere di fumare, ma non può assolutamente rinunciare a donne e tavolo verde.


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