Carramba che sorpresa: che nell'Italia del 2012, a un bando che impegnerebbe 15 milioni di euro circa in due anni, con attribuzione sottoposta "all'insindacabile giudizio della Fir" e da presentarsi in meno di venti giorni, non risponda nessuno! Va senz'altro ammirato lo sprezzo del ridicolo di chi ci contasse sul serio, di quelli che nel periodo si sono sciroppati giri a vuoto delle sette chiesette tra Prato, Calvisano, Monza e periferia romana.
Avevamo anticipato del resto che in caso contrario, eventuali risposte "serie" sarebbero state sintomo che qualcuno era stato allertato in anticipo: in tale prospettiva, meglio sia andata così.
Nella realtà una risposta al bando sarebbe arrivata: dal Viadana. Non "da Viadana", cioè non dagli Aironi, precedentemente privati della licenza celtica. Viadana, una delle società componenti la franchigia, ha "manifestato l'interesse", secondo la lingua usata nel bando.
Per chiarire cosa significhi, va fatto un piccolo passo indietro. In settimana la Regione Lombardia, che ha un "vested interest" nella vicenda avendo investito quasi 5 milioni di euro pubblici nell'adeguamento dello stadio di Viadana, aveva convocato un faccia a faccia dei presidenti Fir e Aironi. L'esito, al netto delle balle per gonzi, era stato all'incirca un Dondi che dice a Melegari: "Ah, ci dite che ora siete finanziariamente solidi? Bene, allora presentate domanda, la valuteremo e vi faremo sapere". A mossa "contadina" (ributtar la palla nel campo avversario) è arrivata risposta altrettanto "scarpe grosse": Melegari non fa rispondere gli Aironi ma una entità collegata. Così rimane a disposizione la carta del ricorso avverso il ritiro della licenza che una partecipazione degli Aironi al bando, di fatto legittimandolo, avrebbe completamente depotenziato. Sa mai.
Questo quanto alla tattica; c'è anche dell'altro, più sottile e "strategico", la chiave di volta, la soluzione del busillis in chiave bizantina, una convergenza di interessi tra Viadana e la Fir. Qualcosa che emerge a nostro avviso nella dichiarazione odierna choc di Melegari: "Gli Aironi? Sono morti, nel momento in cui la Fir ha ritirato la licenza". Aironi morti, Viadana viva e vegeta (che si presenta "assieme a futuri soci, di sicuro a Colorno", si affretta ad aggiungere il presidente), che significa? Seguiteci prego.
Se gli Aironi fossero stati riconfermati, vuoi da un Tar vuoi dalla Fir stessa, i contratti in essere sarebbero rimasti giocoforza validi; non così se c'è una nuova franchigia, ancorché ancorata a Viadana.
Guarda il caso, la Fir s'è proposta di ri-negoziare i contratti coi giocatori e staff, mettendoci tutto il peso di chi ha le chiavi della nazionale e della Celtica (cioè del rugby Pro e anche semipro). Un aiuto "disinteressato"? Nella realtà così la Fir decide chi resta e a che costo, e chi invece deve andare: immaginate a chi faran rifermento i fortunati, d'ora in poi? Vale per primo per lo staff tecnico, riconfermato dagli Aironi poche settimane fa: ad Aironi "svaniti", sarà rimpiazzato a Viadana con uno più gradito a Brunel.
Ecco materializzato il famoso "aiuto economico" ancorché indiretto e molto "bizantino": aldilà degli annessi e connessi, nel mentre Melegari si cerca il famoso sponsor la Fir gli taglia i costi, e in cambio controlla l'ambaradan. Va dato atto a Dondi, era la sua precisa proposta fin dall'inizio. Ma prima forse non c'erano le condizioni.
Società contente, tifosi locali contenti, enti locali soddisfatti, celti felici (a loro basta che qualcuno paghi il conto); persino Treviso contenta, perchè non nasce la "franchigia federale": tutti contenti? Mah ... "E senza tanti disturbi/qualcuno sparirà ..." cantava Dalla. A parte che, se andrà così, ci vuole gran coraggio a non chiamarla "franchigia federale", si poteva almeno gestire tutto questo senza sceneggiate e bandi farlocchi? Non certo per non esporci a "figuracce internazionali", come lamentano i provinciali (ognuno badi alle proprie, ce n'è per tutti), quanto per serietà e amor proprio. "Probabilmente si" ammette Melegari, "ma prima forse non c'erano le condizioni". E così si chiude il cerchio.
Se fosse così - ripetiamo, aspettiamo domani sera a dirlo - prepariamoci ai profluvi di fuffa mediatica, per dare una parvenza di grave serietà a un brutto "tutto cambi affinché nulla cambi" in zona Cesarini. "Ce 'sta 'a crisi", diranno: " noi ci abbiamo provato, ad aprire a nuovi privati, ma abbiamo dovuto prendere atto dell'assenza di coraggio in un ambiente poco professionalizzato", diranno in Fir. Melegari dal canto suo potrà dire, a ragione, di averci provato.
Alcuni giocatori, staff e dirigenti si troveranno i contratti tagliati, o a casa? Di questi tempi, mal comune; piuttosto, tutti sottovalutano che la Nuova Viadana o come diamine si chiamerà, sarà una ripartenza e molto di quanto compreso e assimilato in questi due anni, andrà fatalmente perduto.
Ma tant'è si saran detti, questo è lo scotto da pagare. Per che cosa, l'avete capito? Noi francamente no, ma questa non è una novità.