Di loro ho già parlato altre volte, qui su Plutonia.
Dico “loro” perché sotto lo pseudonimo S.L. Grey si cela una coppia di bravissimi autori sudafricani, molto attivi in patria, ma oramai letti da tanti appassionati di horror di tutto il mondo. I loro nomi? Presto detto: Sarah Lotz e Louis Greenberg
Facciamo un breve riassunto delle puntate precedenti. Ho recensito The Mall (unico loro romanzo tradotto per il mercato italiano, col titolo Il Manichino) e The Ward, il secondo romanzo pubblicato da S.L. Grey. Ho poi segnalato l’interessante magazine Jungle Jim, che raccoglie i racconti di molti autori africani del fantastico, tra cui i loro. Non molto tempo fa ho infine segnalato l’uscita di The New Girl, il terzo libro del trittico di S.L. Grey.
Specifico che si tratta di romanzi autoconclusivi, ma legati da un background di fondo che ovviamente impreziosisce il lettore fedele, quello che ama i richiami tra le varie opere dello stesso autore.
Ho iniziato da poco a leggere The New Girl, ma ne sono già stato rapito, esattamente come è capitato coi due ebook precedenti. Ho dunque pensato di scrivere questo piccolo speciale, che ha pure un obiettivo ben preciso…
Gli S.L. Grey
Innanzitutto, dove sta la bravura, la particolarità di S.L. Grey?
Sarebbe banale dire che scrivono bene, ma è la verità. Questi due tipi sono in gamba. Hanno una padronanza non comune della “macchina del brivido”, e una capacità notevole di costruire storie con un crescendo armonico di suspance e mistero.
La caratteristica principale dei loro romanzi è il doppio POV (punto di vista) alternato, e quindi i due protagonisti, diversi per ciascun libro, che sviluppano la storia incontrandosi, dividendosi, e poi incontrandosi di nuovo.
Si tratta sempre di un uomo e una donna. Sarei curioso di sapere chi gestisce il POV femminile e chi quello maschile. Logica vuole che Louis si occupi del punto di vista del protagonista-uomo, e Sarah di quello della protagonista-donna, ma non è affatto scontato.
L’arma segreta dei due è poi quella di costruire un meccanismo dell’orrore parallelo e a tratti convergente con la quotidianità di tutti noi.
La loro Johannesburg potrebbe anche essere New York, Milano o Berlino. Le storie che narrano si svolgono infatti in luoghi comuni a ogni luogo ascrivibile nel grande registro dell’Occidente moderno. Abbiamo dunque un centro commerciale (primo libro) un ospedale (secondo libro) e una scuola (terzo libro).
Luoghi che, se ci pensate, già di loro trasmettono sottili inquietudini. Templi moderni, dedicati a immaginarie divinità pagane del commercio, del dolore, o del sapere.
Solo che nei romanzi di S.L. Grey questi luoghi hanno anche dei cancelli per le loro controparti negative e spettrali. Passaggi invisibili per grandi magazzini in cui i clienti sono destinati a vagabondare per anni tra gli scaffali, o in ospedali in cui il malato è destinato a non guarire mai, bensì a donare parti di sé a dei medici inquietanti…
C’è dunque un universo parallelo al nostro, nell’immaginario di S.L. Grey. Un mondo distorto, più crudele e grottesco, ma spesso a malapena distinguibile da quello in cui vivamo tutti noi. Proprio questa ambiguità, questa estrema difficoltà dei protagonisti nel distinguere la realtà da eventuali allucinazioni o da malattie mentali, regala ai lettori quel sottile dubbio che persiste fino alle pagini finali di ciascun romanzo.
La copertina tedesca di “The Mall”.
Lo sapete benissimo: adoro in modo incondizionato la tematica delle dimensioni parallele e negative (ammesso che la nostra possa essere considerata positiva!). Parte di questo amore è confluito nella stesura del racconto Milano Doppelganger, che lancia il protagonista in una versione nonsense e demoniaca del capoluogo lombardo. Il risultato, a quanto pare, vi è piaciuto molto, e non escludo di tornare presto a scrivere qualcosa sulla falsariga di questa storia.
In uno dei making of dedicati a Milano Doppelganger ho citato Crouch End come fonte d’ispirazione. Oggi devo per forza rendere omaggio anche a S.L. Grey, che senz’altro mi hanno fatto tornare la voglia di entrare nei mondi paralleli che albergano nella mia testa. Non è stata una spinta consapevole, ma indubbiamente lo stimolo c’è stato, eccome.
Concept Art per “Milano Doppelganger”, realizzato da Antonella Ferraris. Clicca la locandina per visualizzare l’ebook.
Chiudo questo dossier con un’esortazione a tutti voi che leggete horror e, più genericamente, speculative fiction: chiedete a Newton Compton di tradurre anche gli altri due romanzi di S.L. Grey per il mercato italiano. Visto il catalogo ricco che si ritrovano (spesso proponendo titoli di qualità… altalenante), sarebbe un delitto lasciare a metà un trittico di così elevata qualità.
E poi sarebbe ora di dimostrare che l’horror non è solo fatto da vampiri dandy, da angeli innamorati e da zombie apocalypse. C’è ben altro con cui turbarci e divertirci. Qualcosa di più originale e sorprendente.
Quindi, se vi va, mandate un tweet all’editore e fategli sapere che volete leggere anche The Ward e The New Girl in italiano. Questo è il profilo ufficiale di Newton Compton: https://twitter.com/NewtonCompton
Concludo indicandovi alcuni indirizzi utili per conoscere meglio il lavoro di S.L. Grey:
- – -
(A.G. – Follow me on Twitter)
Segui la pagina Facebook di Plutonia Experiment