Il termine anarchia ha origini greche e deriva dall’unione del suffisso “a” (usato per indicare una mancanza, una privazione) e “arché”, che significa potere, comando: quindi “senza comando”. Gli anarchici, teorizzavano una società che si autorganizza senza leggi o apparati statali, considerati come uno strumento di imposizione, un’autorità esterna.
Il movimento anarchico ebbe, tra ’800 e ’900, una grande diffusione, anche in Italia dove, i vari gruppi formatisi, si unirono nella Federazione Anarchici Italiani (nata a Carrara nel 1945) di cui faceva parte anche l’attivissima associazione di anarchici di Canosa di Puglia.
Pasquale Barbella, ex pubblicitario pugliese, vissuto a Canosa da giovane, ricorda nel suo libro Confessioni di una macchina per scrivere gli anarchici canosini in questa maniera: “tutti portavano rispetto agli anarchici, la vera specialità del luogo (Canosa era la Carrara del Sud). Gli anarchici erano adulti miti e tolleranti spesso sorridenti a dispetto di un curriculum fatto di persecuzioni, carcere e confino.”.
Il video che segue (datato 1968), proveniente dalle teche rai, racconta alcuni aspetti della vita degli anarchici canosini (per la maggioranza braccianti) come la gestione sociale di un piccolo pezzo di terra i cui proventi servivano a sostenere economicamente le attività politiche del loro gruppo.