Una sessantina di volontari si sono accampati, con il loro campo mobile, presso il palazzetto di Metaponto
lido. Quasi tutti lucani, Savoia, Banzi, Viggiano, Acerenza, Calvello, solo per citare alcuni luoghi di provenienza. Luigi, Pasquale, Gerardo, Rocco, nomi comuni di ragazzi che hanno scelto un modo diverso di vivere e partecipare in questo mondo. Qualcuno si dovrà sposare entro un mese e ha lasciato i preparativi del matrimonio perché questo in questo dramma” non è il momento di pensare a se stessi”. Hanno lasciato la loro quotidianità per accorrere in aiuto della gente alluvionata. Qualcuno era anche contrariato per come si erano sviluppati gli avvenimenti:” All’Aquila, per i soccorsi post terremoto, siamo stati i primi ad arrivare” racconta” mentre qui in Basilicata è servita una settimana per capire come potevano impiegarci”.
Le squadre della Protezione Civile del Gruppo Lucano, non si sono fermate dove altri hanno vagheggiato, anzi armati di pale hanno liberato e ripulito case e spazi dal fango e dato una spinta emotiva a ricominciare agli abitanti di questi luoghi. Nelle loro tute gialle, con sorrisi e lavoro non hanno mai arretrato neanche di fronte a operazione faticose.
Vedendo questi ragazzi all'opera, al lavoro in modo incessante, ha ricordato i ragazzi di Firenze, dopo l'esondazione dell'Arno. I popolani Basento e Bradano non saranno mai celebri come l'aristocratico Arno, ma il fango non fa distinzione tra artisti e contadini, tra architetti e manovali. Il Fango è democraticamente devastante. Qualcuno un po’ per ringraziarli, un po’ perche ci ha creduto sul serio ha chiamato questi ragazzi ”gli angeli del fango lucani”.
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