Gli Angeli di St. Martin in the Fields

Creato il 27 febbraio 2012 da Se4 @londonse4

Rimanendo a a Trafalgar Square, qualche sera fa, sono andata alla chiesa di St. Martin in the Fields, per assistere ad uno dei suoi famosi concerti di musica barocca, quello suggestivo, a lume di candela. St. Martin fu fondata nel medioevo dai benedettini e l’edificio attuale venne realizzato nel 1726, su progetto di James Gibbs. La chiesa, che esternamente è di gusto classicheggiante e si segnala per una singolare torre gugliata, all’interno mostra delle volte a botte finemente ricamate da bellissimi stucchi. Mentre l’orchestra e il coro bavaresi di Neubeuern eseguivano magistralmente l’oratorio di Bach BWV 245, il mio sguardo si posava, tra un recitativo e un’aria, sui merletti bianchi del soffitto, attardandosi tra le valve di una conchiglia, le volute di un cartiglio e le rotondità celestiali di angeli e nubi barocche. Queste decorazioni eleganti, furono eseguite esclusivamente da manovalanze italiane, nello specifico da Giuseppe Artari e Iacopo Bagutti. Qualche anno fa, prendendo parte ad una delle visite guidate, organizzate mensilmente dalla chiesa stessa, avevo avuto occasione di esplorare l’edificio in tutte le sue parti, comprese le varie zone “nascoste”, come la Royal Box (cioe’ la loggia finestrata riservata ai monarchi), la cripta e le gallerie.  In quell’occasione, la guida ci disse che i cherubini più belli sono quelli dietro l’organo, visibili solo a chi percorre la galleria in direzione della facciata. I putti di St Martin, in generale, appaiono gli uni diversi dagli altri e, al confronto di tanti loro simili, che, pingui e riccioluti, si arrampicano a frotte su altari e volte di chiese continentali e mediterranee, hanno qui, con le loro piccole teste alate, ruolo di spettatori discreti, confinati nel disegno simmetrico delle volte.