Approda in libreria l’ultimo libro scritto dalla professoressa Amneris Marcucci, angelana di adozione, dal titolo “Gli angeli ritrovati” (Ed. Sarapar). Il libro è un percorso esistenziale alla riscoperta degli angeli anche attraverso la testimonianza di amici e di grandi mistici, fra cui San Francesco, Padre Pio, S. Gemma Galgani.
Ho letto con estrema lentezza il libro di Amneris. Si tratta, per me, di un approccio inedito, questo, alla lettura dal momento che, di solito, ho ritmi più sostenuti, eppure non potevo farne a meno. Ne ho assaporato la semplicità e la schiettezza disarmante, tipiche di Amneris, nell’affrontare tematiche così intense e profonde. Il suo è uno scrivere misurato per quanto semplice, che punta dritto al cuore di chi sa e vuole mettersi in discussione, anche solo in nome della mera curiosità.
Il libro nasce come una sorta di diario di viaggio, un viaggio che Amneris ha intrapreso per riscoprire la figura dell’angelo custode, a cui oggi sembra ci si rivolga sempre meno, e per analizzare come gli angeli sono stati vissuti da alcune figure, di santi e di persone comuni, a lei particolarmente vicini per sensibilità. Amneris attraversa in punta di piedi le loro esistenze per darcene conto e lo fa ricorrendo non solo alla prosa, che a tratti diventa quasi di stampo saggistico, ma anche alla poesia.
Ne emerge una visione degli angeli ben lontana dalle concezioni New Age tanto in voga negli ultimi anni. Gli angeli di cui Amneris ci parla sono lo strumento di aiuto e sostegno che la Divina Misericordia ha posto accanto a noi fin dai nostri primi istanti di vita e per tutto il suo dispiegarsi e che, seppur rispettosi del nostro libero arbitrio, in nome del quale pensiamo di poter agire senza supporto alcuno, restano accanto a noi. In attesa.