Gli anni che passano, non sono mai tanti

Da Iomemestessa

Che, dieci anni fa, i due nubendi più perplessi del globo mondo, si sposavano davanti a un prete, e a un consesso di gente piovuta da ogni parte, convinti in fondo (soprattutto la sposa, in effetti), che l’amore non ha bisogno di carte, e che se per tutta la vita deve essere, non è certo perchè te l’ha detto il prete, o il sindaco, o un assessore scazzato.

Che due più diversi, la vita, non non sarebbe riuscita a metterli insieme nemmeno volendo. E qualche volta, in effetti, sembriamo proprio stare lì a sorteggio.

Che quando c’hai le baboie, fa caso di lasciarti solo, a smaltire, l’ho imparato.

Che quando c’ho le pigne, pungo come uno scorpione, ed è meglio dirmi di sì e aspettare tempi migliori, l’hai imparato tu.

Che hai ansie ed insicurezze, lo so da sempre. Che detesti l’incerto, pure.

Che quando son insicura io, ti prendi paura, l’ho scoperto vivendo, invece. E quando me ne lagno, fai quella faccia un po’ così e dici ‘Perchè tu, insicura, non sei mai’.

E invece io, insicura lo son da sempre e per sempre, ma la vita è stata meglio di un corso dell’actor studio e fingo con un certo garbo.

Che quando guardo la nana, vedo i tuoi occhi.

Che quando ascolti la nana, ci rivedi il mio carattere.

Che litighiamo, ci scontriamo, strilliamo (io, più che altro, che tu ci sei proprio poco portato), ma abbiamo remato sempre nella stessa direzione, e qualche volta abbiamo pure spalato fuori l’acqua dalla nave.

Che son dieci, o anche di più, e certi giorni sembra ieri. E altri, dopodomani.