Gli anni fulgenti di Miss Brodie (e una ‘povna in partenza per il paese-che-è-casa)

Creato il 23 agosto 2014 da Povna @povna

Thelma è partita questo pomeriggio, direttamente da Tràscina, dove la ‘povna ha annegato finalmente nel cloro e non nel sale le sue vasche. Una volta tornata a casa, la ‘povna – in attesa di un incontro da “ci si vede in giro“, questa sera, con lo sceneggiatore in spolvero – si dedica alle lavatrici e a un po’ di ordine; raduna i libri, prepara i tablet e le pennette usb, ammassa una valigia di abiti adatti a un clima che di sera recita quasi freddo, o almeno “fresco”. Come ogni anno, infatti, il tempo è giunto, e domani il familiare treno dei tre cambi attraverserà lemme lemme la campagna della provincia più bella del mondo, in un tragitto del cuore che la ‘povna sa a memoria e ha già descritto, e che la porta, come sempre col sorriso sulla faccia, alle porte del paese-che-è-casa. Arriverà più o meno insieme a tutti: Ginger e Cugino (che rivede dopo il matrimonio dell’anno); lo Stropicciato, Canta-che-ti-passa, LeHero e il signor M; Flipper e Bertina con i loro cuccioli, la Professoressa con Gegè, Amica, il Duca-Barone, l’Onorevole, Piton e BibCan, ovviamente Thelma, e alcuni altri la aspettano all’agriturismo dello zio Matto, dove comincia, puntuale come ogni fine agosto, la loro settimana.

E la ‘povna, che pensa, da tanti anni, che non ci siamo modo più bello per chiudere un’estate di vacanza, saluta tutti e dà appuntamento, come sempre, un po’ per quando capita. Ché da lì, ovviamente, legge e scrive, ma quando le va, senza regole. Poi, domenica prossima, insieme all’estate che finisce, sarà tempo di riparlare di Neverland di settembre, e di scuola che comincia, e un altro anno. Ma è, appunto, un’altra storia.

Per partecipare al venerdì del libro sceglie una recensione un po’ cursoria, degli Anni fulgenti di Miss Brodie, un libro molto bello, che già anticipa l’autunno. Un libro che le è servito per lavorare a quello di cui parlerà a Neverland, e anche per ripensarsi a scuola, peraltro; un libro noto, e famosissimo; ma, per chi non lo avesse ancora letto, la ‘povna lo consiglia. Parla del potere della scuola, del valore di parole come “insegnante” e “insegnamento”, ma anche del potere manipolante del pedagogo, necessario, pericoloso e splendido. E anche del potere segreto della scrittura, a dirla tutta, che – da Platone in poi, Socrate insegna – è l’unica forma di vendetta che il tempo si prende, inesorabile, sulla pedagogia.

1961-1963. Muriel Spark e Mary McCarthy pubblicano due romanzi di scuola a distanza di due anni e ambientati negli stessi anni (Trenta) del mondo. Dentro, a tema, un gruppo di ragazze, e l’insegnamento (o apprendimento) come via all’anticonformismo, culturale ma anche (o soprattutto) di costume. Ma anche una riflessione sull’influsso del potere dell’educazione, dei maestri, e/o delle istituzioni, e sui modi narrativi di affrescare certi spaccati. Da questo punto di vista (in due sensi), i due romanzi non potrebbero essere più lontani, così come stilisticamente. Eppure respirano, e restituiscono, una stessa aria, degli anni in cui sono scritti, così come di quelli che incorniciano. E restano entrambi, se si vuole riflettere di letteratura e scuola come via al proprio essere nel mondo, assolutamente necessari.

Ce ne è per riflettere a tempo e modo. Su quello che a tutti gli effetti costituisce uno strepitoso sotto-tema letterario.


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