Il caso di oggi parte da un articolo del IlSussidiario.net, giornale on-line riconducibile a Comunione e Liberazione, in cui si riporta la notizia che l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), insieme all'Istituto Bam di Berlino, sottoporranno ad un'indagine spettrometrica alcuni frammenti dei Rotoli del Mar Morto, anche noti come Manoscritti di Qumran. In particolare, gli scienziati intendono comprendere se, in base alla composizione chimica dei rotoli, sia possibile comprendere l'origine dei rotoli stessi.
Bene, come hanno reagito gli apologeti a questa notizia? Cercando di tirare più acqua possibile al loro mulino, a che a costo di lasciare intendere cose non vere.
Ad esempio, il blogger Aguado del blog Ragione e Fede (di cui ho avuto modo di parlare in passato) se n'è uscito con un post intitolato «Nuovi studi sui rotoli di Qumran, garanti dell’autenticità dei Vangeli».
Ecco il salto apologetico. Nell'articolo de ilSussidiario si parla di «Bibbia», non di «vangeli», dunque l'introduzione di questo riferimento è di Aguado. E perché questo sarebbe un errore? Perché tra i Manoscritti del Mar Morto non vi sono testi cristiani, dato che gli autori di quei testi erano ebrei, probabilmente esseni.
Aguado tira allora fuori il frammento 7Q5 (quinto frammento dalla cava 7 di Qumran), affermando che si tratta di un frammento del Vangelo secondo Marco. L'intenzione è chiara: se l'analisi spettrometrica dovesse confermare l'originalità dei manoscritti, cosa che nessuno studioso mette in dubbio, allora, secondo il ragionamento di Aguado, anche i vangeli sarebbero autentici (qualunque cosa questa significhi).
Il ragionamento di Aguado è fallato sotto due aspetti:
- i fisici dell'INFN non analizzeranno 7Q5, ma «i Rotoli del Tempio, che descrivono un tempio virtuale non realizzato», come detto nell'articolo de ilSussidiario;
- l'identificazione di 7Q5 con un passo del Vangelo secondo Marco è scientificamente infondata.
Al di là dello smascheramento dell'ennesimo tentativo (malriuscito) di fare apologetica, cosa ci insegna questo episodio? Che gli apologeti, per natura, non sono interessati alla verità, ma a far rientrare i fatti nella loro teoria, di metterli al servizio della religione.
Per questo sono gente dalla quale bisogna stare alla larga. Anche se sono il primo a non seguire questo consiglio.
L'immagine del papiro 7Q5, alterata per evidenziare il testo, è di pubblico dominio.
Aggiornamento. Giovanni Bazzana, storico del Cristianesimo antico, mi ha cortesemente segnalato due articoli di approfondimento sulla questione 7Q5. «Il Nuovo Testamento e Qumran: 7Q5», di Giovanni Bazzana, e «7Q5? Passiamo ad altro, per favore», di Luigi Walt, che tratta della stessa fonte apologetica di cui mi sono occupato io.