Molti di voi sicuramente si ricorderanno dove e in quale stato d'animo si trovavano nel momento in cui sono venuti a conoscenza della notizia che, appena ricevuta, dava già l'impressione di avere un'importanza di alto livello, non sottovalutabile, una "cattiva nuova" che usciva dall'agenda del giorno. Io personalmente la ricordo come una macchia sulla storia dell'uomo che col tempo, col passare dei minuti e delle ore, si faceva largo e si assicurava la parte da protagonista nelle preoccupazioni che avrebbero occupato il giorno stesso e quelli a venire.
Ricordo che per due anni sono stato telespettatore inerme e passivo, come lo è stato e lo è la maggior parte di chi è indifferente a cosa gli è stato raccontato, subendo le notizie recepite dal main stream, che hanno influenzato la mia mente convincendomi che le cose fossero andate esattamente in quel modo. Ma negli anni, letture e informazioni ricercate dettagliatamente mi hanno sempre più spinto a cercare di riuscire a capire se i dubbi che affioravano col tempo avessero una ragione d'esistere.
E' così cominciata una documentazione assidua e quasi maniacale sull'attentato più importante della storia moderna che è sfociato nella diffusione di informazioni e di perplessità in conoscenti, amici e familiari, fino ad arrivare all'organizzazione di alcuni gruppi di discussione dove vedevo facce tanto stupite quanto incredule.
Le perplessità sull'attentato, infatti, sono diventate sempre più forti, arrivando a rappresentare delle certezze. E' ormai assodato che non sono stati 19 terroristi arabi armati di taglierino a mettere a soqquadro la difesa americana che è la n. 1 al mondo ma, bensì, un gruppo organizzato più nutrito di terroristi di stato occidentali o pseudo amici dell'occidente con passaporti di vari nazionalità, appoggiato da elementi interni dell'amministrazione Americana.
Lo stesso Osama Bin Laden è stato rappresentato in molteplici occasioni con apparizioni talmente dissimili tra loro che un senso d'osservazione appena sviluppato (qualità ormai limitata nella società civile) sarebbe stato utile per riuscire a riconoscere l'inganno.
Inutile ribadire che la versione ufficiale dei fatti relativa alle vicende dell'11 settembre è stata completamente smontata e sbugiardata da esperti del settore: in Italia due esempi competenti sono Giulietto Chiesa e Massimo Mazzucco, responsabili entrambi di siti internet, nonchè di iniziative e pubblicazioni varie che danno voce a chi non vuole credere agli asini che volano e meritano l'attenzione di tutti coloro che hanno sete di informazioni.
Stare qui ad evidenziare tutti i motivi per i quali la versione ufficiale d'inchiesta è un falso autentico sarebbe dispendioso ed interminabile, ma una breve sintesi dei punti cardine odierni, sebbene siano tutti quanti determinanti e indispensabili, ha sicuramente una sua ragione d'esistere:
1) non ci sono prove che Osama bin Laden sia stato l’organizzatore dell’attentato;
2) le due torri gemelle non sono state abbattute dall’impatto degli aerei e dai susseguenti incendi;
3) nelle due torri gemelle ci sono state decine di esplosioni, antecedenti e successive all’impatto degli aerei;
4) tre torri e non due caddero quel giorno, tutte e tre in caduta libera, in violazione di tutte le leggi della fisica;
5) nessuno dei quattro equipaggi degli aerei dirottati innestò il codice 7500, cosa inspiegabile;
6) il pilota presunto del volo AA77, che colpì il Pentagono, non poteva effettuare la manovra che viene descritta nella spiegazione ufficiale;
7) il vice presidente degli USA, Dick Cheney si trovava nel bunker di comando ben prima che AA77 colpisse il Pentagono, mentre egli affermò il contrario;
8) né le quattro scatole nere dei due aerei finiti sulle torri, né quelle del volo AA77 sono state ritrovate: un record assoluto nella storia dell’aeronautica moderna. Solo in seguito una delle due del volo AA77 è stata dichiarata come esistente. Ma il suo contenuto è in parte indecifrabile, in parte maldestramente manipolato (e chi può averlo manipolato? I 19 terroristi kamikaze?);
9) due dei terroristi, che sarebbero stati a bordo del volo AA77, al-Anjour e al-Mihdhar, vissero gli ultimi dieci mesi prima dell’11/9 in casa di un agente dell’FBI, a San Diego, California, e furono finanziati da un altro doppio agente dell’FBI e dell’Arabia Saudita. Erano protetti da un servizio segreto americano, entrarono negli Stati Uniti con un visto multiplo, concesso loro da un altro servizio segreto americano.
Ovviamente la domanda che sorge da chi viene tirato dai fili del potere ed è assuefatto dalla pubblica, banale e manipolata informazione, è sempre la solita: "ma se tutto ciò ha un minimo di verità, come mai non se ne parla?"
Tanto semplice la domanda quanto ovvia è la risposta: i mezzi di comunicazione e chi diffonde l'informazione in generale sono completamente nelle mani di circoli politici che hanno tutto l'interesse di coprire la verità, con la conseguenza che l'11 settembre si è trasformato in un vero e proprio tabù, salvo rari casi di informazione privata e isolata, pena la credibilità degli Stati Uniti e della politica occidentale in generale.
Cercare di non farsi ingannare e sforzarsi di non farsi influenzare dalla comunicazione Orwelliana in cui viviamo è sicuramente un'ancora di salvezza per tutti coloro che hanno capito che non si può rinunciare a cercare la verità e a costruirsi una propria informazione in funzione di una partecipazione di opinione attiva.
Tutti coloro che non accettano la versione ufficiale del Grande Fratello vengono definiti dai grandi poteri come "complottisti" per coronare un'opera di delegittimazione che non ha pari; ma in un mondo in cui le guerre sono chiamate missioni di pace, i mercenari sono diventati contractors, i partigiani diventano terroristi e gli onnivori mangiatori di carogne, io sono fiero di essere un "complottista" perché rinunciare a costruirsi una propria informazione su questo avvenimento e accettare la versione ufficiale descritta dal main stream significa non rispettare la memoria di tutte le vittime ed equivale a credere agli asini che volano.