Come lettrice spesso mi lascio conquistare da un certo non so che che alcuni autori riescono a inserire nei loro romanzi, che il più delle volte percepisco fin dalle prime righe e che può essere importante quanto l'interesse per le vicende dei protagonisti.
Come aspirante scrittrice credo che questo certo non so che non sia facilmente riproducibile, forse fa parte di quegli aspetti della scrittura che si apprendono solo con l'esperienza, o è il prodotto di una sapiente e armonica combinazione di altri elementi, oppure semplicemente è la conseguenza del talento che chi scrive ha o non ha.
Sto parlando di quegli elementi meno evidenti di altri, che però contribuiscono a dare al romanzo un’impronta caratteristica. Non sono facili da classificare e spesso da individuare, ma possono avere un impatto importante per chi legge.
Ho provato a individuarne tre, anche se probabilmente ce ne sono molti altri.
L’atmosfera
L'atmosfera mi fa pensare a una musica che pervade le pagine, a un sapore che hanno certe storie. Difficile dire da cosa sia creato, forse da un insieme di fattori, come il tempo in cui si svolge la storia, il modo in cui vengono rappresentati i luoghi, con quali parole sono descritte le scene. Ma anche gli stati d'animo di chi vive la storia, i dialoghi tra i personaggi, il tipo di eventi che si svolgono, il tempo atmosferico, le metafore e i simboli che vengono usati, la sonorità delle frasi. Si potrebbe dire che l'atmosfera di un romanzo è qualcosa che scatena specifiche emozioni in chi legge, proprio come una musica evoca delle sensazioni in chi la ascolta.
Ci sono trame affini con atmosfere molto diverse e a volte l'atmosfera cambia da capitolo a capitolo.
Come aspiranti scrittori credo che dovremmo sforzarci di essere consapevoli di quale atmosfera vogliamo creare e stare attenti agli elementi che usiamo per farlo, sia per dare maggior forza e intensità al romanzo, sia per evitare di dar vita a stridenti contrasti tra il tipo di storia e un'atmosfera inadeguata.
La voce
Non è lo stile, il tono o il linguaggio, ma forse un insieme di queste cose. Molti autori di un certo livello risultano riconoscibili in poche righe, come se lasciassero un'impronta unica.
La voce di una storia, in particolare, ha molto a che fare con il narratore, con chi racconta la storia. E' molto diverso se a parlare è il protagonista in prima persona o un personaggio esterno oppure un narratore onnisciente. Una stessa vicenda può essere raccontata in molti modi diversi, con risultati diversi.
E' difficile però dire esattamente cosa sia la voce, soprattutto perché parlare di suono in un testo scritto sembra contraddittorio. Eppure, anche in questo caso il tono che viene usato dall'autore è importante per la riuscita del romanzo e per le emozioni che suscita nel lettore.
Sicuramente arrivare ad avere una propria voce come scrittori è soprattutto una questione di pratica e di tempo. E anche una conseguenza delle letture che facciamo, perché tutto quello che leggiamo in qualche modo viene interiorizzato e ci condiziona poi nell'esprimerci.
Il messaggio
A volte un romanzo è solo una storia che qualcuno ha saputo raccontare e che noi abbiamo avuto il piacere di leggere, una storia che ci ha avvinto e fatto passare il tempo in modo gradevole. Altre volte è qualcosa in più, ci ha comunicato un messaggio, ci ha fatto pensare, ci ha lasciato qualcosa di più durevole. Qualche volta l'autore con le sue parole vuole trasmettere le sue opinioni o farci riflettere, ma non sempre questo intento è evidente, può restare al di sotto della storia, va letto tra le righe o si percepisce appena. E' una sorta di sottotesto che può sfuggire a una prima lettura, ma che è comunque presente e forte.
Come dicevo a proposito della morale della favola, non è necessario scrivere in modo filosofico per poter mandare un messaggio più profondo, anzi forse il mezzo migliore è quello di lasciare il lettore libero di accoglierlo o meno.
Come lettori fate mai caso a questi aspetti poco evidenti nei romanzi?
E come scrittori cercate di crearli consapevolmente?
Anima di carta