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Gli “attrezzi” del berlusconismo sono tutti lì, appollaiati sul ramo. Torneranno.

Creato il 12 gennaio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Gli “attrezzi” del berlusconismo sono tutti lì, appollaiati sul ramo. Torneranno.Più si scoprono scandali, più si leggono carte e si ascoltano dichiarazioni, più l’impressione che un nuovo incubo sia alle porte diventa una quasi certezza. L’idea che si possa fare scempio delle regole, che tutto sia lecito compreso non pagare le tasse, che basta occupare una casella del potere politico, di quello economico, di quello giudiziario per godere di privilegi impensabili per un comune cittadino che fa l’operaio o l’impiegato o l’apprendista stregone, è figlia di questa stagione politica. In venti anni è possibile cambiare un paese e anche se volessimo ritenere salde le fondamenta, quello che ci hanno costruito sopra è solo un castello di sabbia mischiata con la segatura: mezza onda e fanculo. Dopo Malinconico che non pagava il conto nei resort, ecco il ministro Patroni Griffi che acquista un appartamento al Colosseo per 170mila euro. Va bene. Era il 2001 e i prezzi di mercato non erano quelli attuali. Il valore dell’immobile, all’epoca, era di 250mila euro. Comunque siano andate le cose il magistrato Patroni Griffi ebbe uno sconto di 80mila euro che non erano una quisquilia neppure allora. Abbiamo letto l’intervista del ministro a Repubblica e ci è sembrato un uomo disperato che è arrivato a chiudere il telefono in faccia alla compagna pensando fosse una giornalista. Nelle stesse ore ecco che scoppia un altro caso. Pasquale De Lise, nominato a dicembre da CorradoPassera a capo dell’Agenzia per le Autostrade, si scopre che è un amico fraterno di Balducci, quello della “cricca dei costruttori”, il socio di Anemone e Piscicelli. Ma non solo, è un “consultore” di Propaganda Fide che, come qualcuno ricorderà, è la tenutaria del catalogo degli immobili di proprietà del Vaticano. Voluto da Gianni Letta alla presidenza del Consiglio di Stato, con Passera diventa il responsabile delle concessioni autostradali, dei controlli sui concessionari, dell’affidamento per la manutenzione e costruzione di nuove autostrade all’Anas. Evidentemente, essendo amico di costruttori, viene ritenuto il soggetto migliore a ricoprire quel ruolo. Messe a confronto alcune versioni apparse sugli organi di stampa, ci sembra di poter affermare che fra il caso Patroni Griffi e quello De Lise ci siano delle differenze profonde ma, si sa, di questi tempi molti colleghi giornalisti confezionano pezzi tanto al chilo buoni, spesso, per incartarci il pesce o aggiungere un ingranaggio alle macchine del fango: dipende dall’editore. I politici dell’era Berlusconi, che in molti hanno sbrigativamente messo da parte, sono invece ancora qui, solo che se ne stanno appollaiati sul ramo e ogni tanto si scambiano qualche fischio, in attesa di tornare a volare alti nei cieli del potere. È infatti bastata una cena fra Silvio e Umbertino che la decisione dei leghisti di votare a favore dell’arresto di Cosentino si è trasformato in un voto di “libertà di coscienza” con BalubaUmberto che ha detto: “Quando si tratta di arrestare andiamoci piano e poi nelle carte non c’è scritto niente”. A parte il fatto che ci piacerebbe sapere se quelle stesse carte lui le ha lette, ma non è questo ciò che ci interessa. Non arrestare Cosentino significa che l’impunità nel nostro paese continua imperterrita la sua marcia e che le manette al coordinatore del Pdl in Campania sarebbero state un colpo durissimo alla politica antistorica dei privilegi intoccabili di Silvio. E, tanto per capire meglio come stanno andando le cose, e che questi non moriranno “politicamente”mai, abbiamo finalmente scoperto a chi era diretto il ricatto di 2232 quando ha parlato di “rischio per la tenuta della compagine che appoggia il governo”. Cicchitto stava parlando ai centristi di Casini, reduce da una vacanza alle Maldive con Rutelli (sui gusti personali non c’è nulla da criticare), ma sembra che il Pierfy gli abbia risposto picche. Come si può leggere da queste righe, il cautissimo ottimismo di ieri ha lasciato il posto alla realtà della cronaca e delle analisi politiche. Oggi la Consulta probabilmente boccerà l’ammissibilità del referendum anti-Porcellum e la casta ne sarà felicissima. Chi glielo diceva a Calderoli che aveva scritto una cazzata?

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