Gli editori servono ancora?

Creato il 16 agosto 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Elisabetta Bricca

L’attenzione, e la discussione, torna di nuovo sul self-publishing e i suoi numeri. Stavolta è The Guardian a parlarne, riportando la notizia che quattro autori, che hanno scelto di pubblicarsi da soli con Smashwords, sono entrati nella classifica del New York Times. Un successo inaspettato, o forse No. Certo, non sono stati i primi e non saranno gli ultimi. Considerando quanto e quanti ultimamente discutono sul “fenomeno” self-publishing, la domanda da porsi nasce spontanea: gli editori servono ancora?
Che l’editoria tradizionale stia attraversando un periodo di crisi è ormai un segreto di Pulcinella e di certo il largo che l’autopubblicazione sta prendendo tra gli aspiranti (e anche famosi) autori, pesa come una spada di Damocle sul collo degli editori. Nell’epoca del digitale, il diktat è farsi leggere il più possibile e raggiungere la fetta più ampia di lettori; un autore presente in rete e sui vari social network, seguito da molti followers, si chiede, a un certo punto, chi glielo fa fare di sbattersi tanto per attirare l’attenzione di un editore medio/grande sul suo manoscritto, quando può avere a disposizione tutti gli strumenti per realizzare, in pochi click, un libro, senza dover attendere ere geologiche. Si chiede anche del perché dovrebbe accettare il 7% sui diritti d’autore, quando potrebbe guadagnarne il 10%, e anche di più. Naturale che faccia gola a molti. È un nuovo modo di veicolare la cultura, attraverso il confronto diretto con il lettore. E’ il brand dell’autore che conta, non più quello dell’editore. Normale che tale meccanismo abbia messo in crisi gli ingranaggi dell’editoria tradizionale, che si basa sul ricavato fisico delle vendite dei libri.

 

Certo, siamo soli agli inizi del processo e non tutti gli autori possono fare self-publishing e ottenere successo, senza avere un pubblico, capacità di comunicazione e competenze, ma gli esperti del digitale affermano che si tratta di un trend destinato a diventare di massa. 


Gli editori da parte loro dovranno cercare di seguire la “regola” delle tre R:
Rinnovarsi
Riacquistare appeal agli occhi dell’autore e del pubblico di lettori,
Riscoprire e puntare di nuovo sulla qualità dell’editing e sulla cura del processo editoriale, distribuzione compresa.
E dovranno farlo anche in fretta, perché si sa i tempi cambiano e i trend corrono.