Chimere e prodigi del corpo tra storia, cultura e mito
Si tuffò in questo / Fonte, e n’uscì con doppio sesso;
un membro / Ebbe dal padre e dalla madre il resto.
Marziale
di Giancarlo Zaffaroni
A metà del trecento appare il rebis ermafrodita, simbolo di una ricerca compiuta felicemente, rappresentato come corpo unico con due teste cornate. Il percorso alchemico fu usato da Carl Gustav Jung come immagine di quello di individuazione, che permette di passare dall’Io razionale al proprio Sé. Scarlini racconta che Jung fu consulente intellettuale di Forrest Bess, pittore americano che ricercò chirurgicamente l’ermafroditismo. Tecniche chirurgiche, protesi e cure ormonali permettono oggi cambiamenti di sesso riconosciuti giuridicamente, ma non del tutto dalla società. Anche James Hillman, discepolo eretico di Jung, usa metafore alchemiche e invita al recupero delle vecchie storie dei miti per indagare i nostri rapporti con noi stessi e con il mondo. In conclusione viene davvero naturale leggere le storie raccolte da Luca Scarlini come solide basi culturali per una presa di coscienza positiva del miscuglio di maschile e femminile che costituisce ogni persona, da contrapporre all’asfittico dibattito corrente sulla “teoria del gender”. Questa teoria immaginaria, secondo Giovanni Dall’Orto analoga ai Protocolli dei Savi di Sion, è descritta collezionando mistificazioni di Gender studies, Queer theory e conoscenze scientifiche in un pastone indigeribile, paventando una lobby gay che vorrebbe abolire le differenze di genere manipolando l’educazione scolastica dei bambini sulla base del principio che ciascuno può sentirsi ciò che vuole e fare sesso con chi gli pare, al di là del genere biologico e fors’anche dell’età e della specie, inneggiando alla cosiddetta famiglia naturale come soluzione a tutti i mali delle persone.
La richiesta di uguali diritti parte invece dal fatto che ogni persona – senza distinzioni di sesso (l’articolo 3 della Costituzione dice sesso, non genere!) e tenendo conto di sfumature e gradazioni fra gli estremi di maschio e femmina, estremi che a ben guardare non sapremmo definire oltre gli sterili stereotipi –, porta in sé diritti fondamentali, e dovrebbe essere rispettata e aiutata a svilupparsi secondo la proprie qualità positive all’interno di regole sociali non coercitive, anche quando non sta bene con il proprio sesso biologico o vuole avere dei figli legalmente. È necessario ritornare ai diritti fondamentali della persona, superando sia le entomologiche classificazioni queer, forse attualmente LGBTQIAE, sia l’arroccarsi delle gerarchie ecclesiastiche in posizioni anacronistiche insieme alle parti politiche che ipocritamente sostengono ed esasperano le loro idee senza fondamento culturale e giuridico. Si tratta di applicare integralmente il principio di uguaglianza, declinandolo semplicemente nel diritto alla diversità.
Giancarlo Zaffaroni
Cover Amedit n. 24 – Settembre 2015
“Noli Me Tangere” omaggio a Pier Paolo Pasolini.
by Iano 2015
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Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 24 – Settembre 2015.
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