Gli gnocchi rubati del feldmaresciallo.

Da Messersottile @messersottile

Rieccomi, scusate il ritardo. Riprendo le trasmissioni (dopo aver spalato la neve dal bunker) con un post storico-culinario. Il feldmaresciallo a cui il titolo fa riferimento è Johann Josef Wenzel Anton Franz Karl Graf Radetzky von Radetz, meglio conosciuto come Josef Radetzky, quello della marcia.

La storia del feldmaresciallo è legata a doppio filo con la storia d’Italia e, in particolare, della Lombardia per almeno tre motivi: guerra, donne e cucina (la versione per gentiluomini del moderno sesso, droga e rock and roll).

La parte storica è nota, credo, a quasi tutti: il nostro condusse diverse campagne militari di successo nel Nord Italia e non solo, prima contro Napoleone, poi contro gli autoctoni insorti. Un già sessantacinquenne Radetzky fu richiamato a Milano proprio per fronteggiare le insurrezioni iniziate nel 1831 e questo rientro al comando dell’esercito dell’Impero gli valse la tardiva promozione a feldmaresciallo. Le malelingue, però, sostengono che il nostro sia stato richiamato non solo per i suoi indiscussi meriti militari, ma anche grazie all’intercessione della famiglia della moglie: i friulani Strassoldo, ben inseriti nelle cariche governative del Nord Italia. Il povero Josef era quindi osteggiato dai suoi colleghi ufficiali dell’esercito e, comprensibilmente, era anche particolarmente inviso alle popolazioni locali, i Milanesi per primi, grazie alle sonore bastonate che non esitava a distribuire per mantenere il controllo dei territori.

C’è però almeno un motivo per cui i Milanesi dovrebbero essere grati al Maresciallo: una sua lettera indirizzata al suo assistente di campo, il Conte di Attems, è comunemente considerata la pietra tombale della discussione sulla paternità della cotoletta. La disputa tra cotoletta alla milanese e wiener schnitzel verrebbe infatti chiusa dalla missiva di Radetzky, in cui elogia la scoperta del piatto milanese. I più documentati (ad esempio gli eccellenti Taccuini Storici), però, fanno notare che cenni alla bistecca impanata si trovano già nella Storia di Milano del Verri, che cita a sua volta il menù di un pranzo del 1134.

Il legame del Radetzky con la nostra cucina non si ferma alla sola cotoletta, così come il suo legame con le donne italiane non si ferma al suo matrimonio. Pare, infatti, che Josef avesse un’amante proprio a Milano, tale Giuditta Meregalli, lavandaia alle dirette dipendenze del Radetzky, passata agli annali per aver dato al feldmaresciallo ben quattro figli extra-matrimonio e per i suoi prelibati gnocchi di zucca. Se sentite parlare di gnocchi alla Radetzky, sappiate quindi che si tratta di gnocchi di zucca serviti con burro, salvia e un’abbondante spolverata di Parmigiano, di cui lo stratega boemo era ghiotto.

Per concludere, uno “sciocco dettaglio autobiografico”*: cercando in rete dettagli interessanti sulla vicenda del feldmaresciallo, mi sono imbattuto più volte su una foto degli gnocchi di zucca con un aspetto familiare: si tratta di una foto del mio defunto blog di ricette, che nel frattempo ha fatto il giro del web e mi è tornata indietro. Eccola quindi, restaurata e firmata per l’occasione.

* © Davide Mana di Strategie Evolutive



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