Forse qualcuno l’ha già vista la foto del famoso Pick-up venduto in Texas da un idraulico di nome Mark Oberholtzer e passato poi attraverso la Turchia per finire direttamente in mano all’Isis, come testimoniano le carte dei vari passaggi. L’ennesimo indizio del “lavoro”di Ankara nell’appoggio diretto al Califfato e del ruolo ambivalente degli Usa riguardo al Daesh. Ma l’indizio vero e più inquietante non consiste tanto nella presenza del mezzo, opportunamente arricchito con una mitragliatrice, (gadget che certo deve essere motivo di invidia per molti texani), ma per il fatto che nessuno si sia curato di cancellare il nome e il numero di telefono dell’idraulico che campeggia allegramente sulla portiera.
Questo significa molte cose: innanzitutto che qualcuno agisce con sfacciato senso di impunità storica ritenendo di poter controllare l’informazione sia alla fonte che tra i media destinatari in maniera così pervasiva da evitare che quella scritta su una portiera, così come tante altre immagini imbarazzanti, possa mai arrivare in maniera incisiva all’opinione pubblica. Certo è strano che la scritta non sia stata coperta o cancellata dai militanti dell’Isis che avrebbero tutto l’interesse l’interesse a non scoprire il gioco degli alleati palesi o nascosti, ma a pensarci bene il logo serigrafato dell’idraulico potrebbe essere anche un segno di riconoscimento nel caos di una guerra caotica e su molti livelli: come dire ehi, siamo amici, non vedete da dove arriva il pick-up? Meglio che la croce rossa.