Man mano che l’Universo si espande, lo spazio è continuamente soggetto ad una serie di fluttuazioni quantistiche che producono piccoli impulsi sonori nel tessuto spaziotemporale. Di fatto, si ritiene che l’Universo si sia originato proprio da una di queste fluttuazioni che si è improvvisamente amplificata per dare forma allo spazio cosmico.
Alcuni ricercatori della Princeton University hanno pubblicato un articolo in cui viene presentato un metodo matematico mediante il quale si potrebbero utilizzare questi impulsi sonori per studiare la forma geometrica dell’Universo. In altre parole, gli autori riprendono una vecchia domanda in cui si chiede fino a che punto la forma di un oggetto fisico può essere definita studiando la propagazione del suono che viene emesso dalle vibrazioni acustiche. Per capire di che cosa si tratta, consideriamo ad esempio un vaso. Se si colpisce il vaso con un cucchiaio, esso emetterà un suono caratteristico della sua forma. Allo stesso modo, la tecnica sviluppata dai ricercatori potrebbe, in linea di principio, permettere di determinare la forma dello spaziotempo andando ad analizzare la vibrazione delle lunghezze d’onda sonore che sono costantemente dovute alle fluttuazioni quantistiche. Insomma, si tratta di una tecnica innovativa ed originale che potrebbe fornire una relazione unica tra i due pilastri della fisica moderna, cioè la relatività generale e la teoria quantistica.