Gli Inca furono gli artefici di una delle maggiori civiltà dell’ America latina tra il XIII e il XVI secolo, giungendo a costituirvi un vasto impero.
La sacralità degli Incas, nasce in un teatro naturale fatto di catene montuose gigantesche, fiumi enormi, uno scenario dove i personaggi, quindi gli uomini, sono esseri piccolissimi, insignificanti, ed il rispetto per la madre natura diventa venerazione.
Essi credevano nell’esistenza di spiriti buoni e di spiriti, che possiamo definire “furbi” o “maliziosi”.
Non esisteva un dio che imponesse la giustizia, né un dio della vendetta o un diavolo.
Esistevano invece principi basici di “buona convivenza” tra gli uomini e di questi con la natura, principi etici, morali, che non avevano niente a che fare con la religione né con gli dei.
Il dio supremo degli Inca era Viracocha creatore e signore di tutti gli esseri viventi.
Altri furono i dei, della creazione e della vita, Pachacamac, del Sol, Inti (padre degli Inca), e le dee della Luna, Mamaquilla, della Tierra Pachamama, e del fulmine e la pioggia, Ilapa.
Le cerimonie e rituali Inca erano numerosi, complessi ed erano legati alla coltivazione, alla raccolta e alla guarigione delle diverse malattie.
Durante le cerimonie più importanti si sacrificavano animali vivi o sacrifici umani.
- Gerarchia
Il sommo sacerdote di Cuzco, di solito era un fratello dell’Inca e il capo di tutti i sacerdoti dell’impero. Aveva autorità su tutti i templi e santuari di cui nominava i sacerdoti e presiedeva a tutte le più importanti cerimonie religiose.
La somma sacerdotessa veniva scelta tra le Vergini del Sole. Con la Coya, dirigeva le feste della luna, della semina, etc. Faceva voto di castità.
Presso i grandi santuari vi sono parecchi sacerdoti, ciascuno con funzioni particolari. Essiono sono addetti al servizio dei templi locali e degli huacas. Tra le funzioni quotidiane vi sono la preghiera, il Capacochai, ovvero isacrifici umani, l’interpretazione degli oracoli.
Le Mamacunas o donne consacrate erano dedite all’educazione delle ragazze che in seguito sarebbero diventate Vergini del Sole.
Le Vergini del Sole ( Acllas) , il cui nome in quehua significava “donne scelte”, venivano reclutate nelle varie comunità e rinchiuse in una specie di convento finché l’Inca non decideva la loro sorte.
Quelle che non venivano scelte come concubine dell’imperatore o degli alti funzionari pubblici, o che non venivano sacrificate, venivano assegnate al servizio dei templi, tessevano i vestiti per gli idoli, per l’Inca, e preparavano la chica.
Le Acllas provenivano in genere dalle famiglie nobili più importanti. Venivano educate dalle Mamacunas. Diventavano mogli dell’Inca o dei suoi nobili oppure servivano per tutta la vita in un santuario o in un tempio. Potevano a loro volta diventare Mamacunas e insegnare alla successiva generazione di Vergini del Sole.
Gli stregoni erano il gradino più basso della gerarchia religiosa, e vivevano ai margini della società. Praticavano la magia nera per evocare i poteri degli spiriti e ottenere da loro messaggi.
I guaritori. Spesso erano donne; avevano una vasta conoscenza dei rimedi a base d’erbe, ma nella loro attività ricorrevano anche a canti e a cerimonie magiche.
- Pratiche rituali
I rituali dell’Inca seguirono un calendario agricolo e le cerimonie dovevano essere svolte tutto l’anno.
L’acqua era sacra ed era molto importante nella cosmologia degli incas, come lo fu il sole e appena al di sotto di Wiracocha nella gerarchia.
Il rito era anche parte della vita degli Incas; per adorare il Dio Sole nelle cerimonie ufficiali, il segno era baciarsi le mani ed elevarle verso il cielo.
Non c’era l’abitudine di inginocchiarsi o prostrarsi davanti ad un dio.
La festività più importante era il giorno d’adorazione al dio Sole che coincide esattamente con il solstizio d’estate.
- I sacrifici
Cerimonie e rituali erano numerosi e molto elaborati; nel corso del loro svolgimento si verificavano sacrifici sia animali che umani, sopratutto bambini.
Gli Inca eseguivano questi particolari sacrifici di bambini durante o dopo importanti eventi, quali la morte del Sapa Inca (imperatore) o durante una carestia.
Come vittime sacrificali sceglievano bambini fisicamente perfetti, perché costoro erano la migliore offerta agli dei. Li vestivano con abiti preziosi e gioielli scortandoli a Cuzco dove avrebbero incontrato l’imperatore e partecipato ad una festa in loro onore.
A questo punto gli alti sacerdoti portavano le vittime sulle cime dei monti per il sacrificio.
Facevano bere alle vittime sacrificali una bevanda inebriante per minimizzare dolore, paura e resistenza, quindi li uccidevano per strangolamento, colpendoli alla testa, o lasciando che perdessero conoscenza per il freddo estremo morendo assiderati.
Di solito nei luoghi dove avveniva il sacrificio umano, venivano posizionati anche alcuni oggetti particolarmente importanti, intrisi di significati tradizionali, per esempio gioielli d’oro, argento e bellissime conchiglie marine.
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