Calaf, figlio di Timur, uno dei Khan dei Tartari Nogai, dopo che il padre ebbe perduto le terre in guerra, decise di tentare la fortuna e intraprese un lungo viaggio.
Giunto in Cina, si recò a Pechino per conoscere il re Altun-Khan che aveva fama di essere un sovrano saggio e buono.
Il re, benché vivesse circondato dall’affetto e dalla stima dei suoi sudditi, aveva un grande dolore: sua figlia, la principessa Turandot, era bellissima, molto colta e raffinata, ma terribilmente crudele. La fama della sua bellezza aveva fatto sì che molti pretendenti chiedessero la sua mano, e la principessa, che aveva profondo disprezzo per tutti gli uomini, aveva imposto una condizione terribile: i pretendenti dovevano rispondere con precisione a tre sue domande, e solo a quel patto avrebbero potuto sposarla. Ma se non avessero risposto correttamente, sarebbero stati immediatamente condotti a morte. Il re Altun-Khan faceva di tutto per dissuadere i giovani dal tentare la prova, ma la bellezza della principessa era tale che in molti avevano tentato la sorte ed erano morti.
Quando Calaf giunse a Pechino venne a conoscenza di questa storia, e non poté resistere alla tentazione di vedere la bella Turandot. Mal gliene incolse, perché la sua bellezza lo abbagliò, e decise di tentare la sorte. Altun-Khan, fece di tutto per farlo rinunciare al proposito, offrendogli doni e ricchezze. Ma Calaf fu irremovibile.
La corte si riunì nella sontuosa sala del trono per assistere ancora una volta al rito crudele delle domande di Turandot.
La principessa cominciò:
“Qual è la creatura che abita in tutti i paesi, che è amica di tutti e non tollera alcuno uguale a sé?”
“Principessa, rispose Calaf, è il sole”. I saggi della corte applaudirono per la giustezza della risposta.
Turandot pose la seconda domanda: “Chi è la madre che mette al mondo i suoi figli e poi li divora quando sono cresciuti?”
Calaf rispose anche a questa domanda con prontezza: “E’ il mare, poiché le correnti che si riversano nel mare, lì hanno anche la loro origine”
Turandot era sorpresa quanto il resto della corte per la sapienza del giovane principe. Pose quindi l’ultima domanda: “Qual è l’albero le cui foglie sono bianche da una parte e nere dall’altra?”
“Quest’albero, rispose Calaf, è l’anno, che è fatto di giorni e di notti”.
Altun-Khan esultò, perché si era spezzata una volta per sempre la catena delle morti che rattristava la sua vita. E fu così che Turandot e Calaf vissero felici una lunga vita.
Fiaba persiana