Gli Insegnamenti di Vita che ho Imparato dai Miei Nonni

Creato il 03 dicembre 2012 da Ida Vitalibera @ida_vitalibera
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Nonno Sabato e Nonna Ida, 92 e 86 anni, sono la mia gioia. Ogni giorno ringrazio la Vita per avermi dato la possibilità di averli come nonni e mi sento la persona più fortunata del mondo al solo pensiero di poterli avere ancora accanto a me.

I miei nonnini sono sempre stati presenti nella mia vita e anche se spesso ci ritroviamo ad avere idee divergenti, dovute in gran parte alla differenza di generazione, li ho sempre considerati una risorsa preziosa; se oggi sono così in parte lo devo anche a loro che attraverso i racconti, gli esempi positivi, i gesti e le parole mi hanno trasmesso tanti insegnamenti di vita di grandissimo valore che ricorderò sempre per il resto della mia vita.

Sono contenta di poter condividere oggi questi insegnamenti. Dai miei nonni ho imparato che…

11 insegnamenti di vita :

1. Nella vita ci vuole pazienza

Quando ho chiesto scherzosamente ai miei nonni come hanno fatto a sopportarsi per quasi 65 anni, entrambi mi hanno risposto la stessa cosa: il segreto è la pazienza. Questa virtù ,che sembra oramai quasi sparita, ha permesso ai miei nonnini di percorrere un’intera vita insieme e a restare uniti anche nei momenti più difficili o quando non erano d’accordo sulle scelte da fare. “Ci vuole tanta pazienza nella vita” mi dice sempre mio nonno, “anche quando si litiga oppure quando succede qualcosa di brutto, devi aver pazienza che le cose si mettono a posto.” I miei nonni di pazienza ne hanno avuta tanta, la loro vita non è stata affatto facile ma nonostante tutto oggi sono più forti di prima, ancora insieme, ancora sereni e con tanta voglia di vivere. Tutto passa, è questa la grande lezione che ho imparato da loro, tutto si aggiusta, tutto si risolve, ma bisogna munirsi di tanta pazienza  e aspettare che il tempo faccia il suo corso.

2. La vita è fatta anche di dolori

Alla loro veneranda età, i miei nonni nel corso degli anni hanno visto morire i loro genitori, i fratelli, le sorelle, gli  zii, i cugini e quasi tutti gli amici di una vita. Mio nonno ha perso sua madre quando aveva solo 10 anni, ogni volta che mi parla di lei ha sempre gli occhi lucidi, ma quando gli chiedo: “nonno come hai fatto a sopportare tutti questi dolori? “ Lui mi dice: “la vita mica è sempre bella, il dolore è una cosa normale, quando c’è il dolore che fai? Lo sopporti… io mi sono abituato, è sempre brutto però ci sono anche cose belle, come i figli e i nipoti,  e così non ci pensi..fa tutto parte della vita”. Mio nonno mi parla del dolore e della perdita dei suoi cari come se fosse una cosa normalissima, a pensarci bene in effetti lo è, fa tutto parte del ciclo della vita che si alterna tra momenti bui e momenti più felici, un ciclo che nessuno può fermare ma solo accettare, ed io li ringrazio tantissimo per avermelo fatto capire con parole così semplici ma così autentiche.

3. La felicità sta nelle piccole cose

Ogni tanto chiedo ai miei nonni di raccontarmi dei momenti in cui si sono sentiti veramente felici. Ascoltando i loro racconti, sembra che ogni piccolo momento della vita per loro è stato fonte di felicità. In particolare nonna Ida, dice di essersi sentita la persona più felice del mondo quando come regalo di nozze aveva ricevuto da alcuni parenti della lana per i materassi. Lei che fino ad allora aveva sempre dormito in letti imbottiti di paglia, fu felicissima nel ricevere questo dono, addirittura mi racconta che la prima notte non riuscì a chiudere occhio perché le sembrava tutto un bellissimo sogno. E’ proprio vero che la felicità è fatta di piccoli attimi, di momenti semplici che possono regalare una gioia immensa; questa felicità io la ritrovo ogni giorno nei loro sorrisi, nei loro occhi luminosi, nel calore dei loro abbracci e nell’affetto che mi dimostrano con un semplice sguardo.

4. L’amore esiste

Dopo 62 anni di matrimonio, ancora sorprendo i miei nonni abbracciati davanti al camino..l’amore esiste e lo vedo tutti i giorni nei loro occhi e nei loro gesti. Tutte le mattine la nonna prepara la colazione al nonno, si aiutano a vestirsi a vicenda, si sorreggono l’un l’altro quando camminano insieme e nei loro sguardi c’è una complicità incredibile che mi lascia senza parole. Basta guardarli per avere la prova che l’amore vero tra due persone non solo esiste ma può essere così solido da resistere a qualsiasi tempesta.

5. Finchè puoi fai qualcosa

Nell’arco della sua vita mia nonna ha collezionato un femore rotto, due ginocchia operate e due ictus, nonno invece è fermo solo a due femori rotti e ad un ginocchio operato..eppure nonostante le evidenti difficoltà motorie (nonno Sabato usa ben 2 bastoni per camminare) non ho mai visto i miei nonni oziare sul divano per tutto il giorno oppure stare in casa con le mani in mano. Quando dico a mia nonna di riposarsi un pò la prima cosa che mi dice è : “Uffff….non ce la faccio a stare ferma, fammi fare! Se non lo faccio ora quando lo faccio? Quando non ci sarò più?”. Nella loro lunga vita, i nonni hanno dovuto lavorare tanto e duramente, alzarsi all’alba per andare nei campi, qualche volta restare svegli la notte per fare il pane, se nessuno gli dava un passaggio dovevano andare a piedi in paese..insomma la loro vita è stata sempre molto movimentata anche se ammettono di non aver mai sentito il peso di questi sacrifici. Oggi i miei nonni potrebbero benissimo passare le giornate a riposo, ma non lo fanno perché come dice nonna Ida “le cose vanno fatte quando si può, prima che sia troppo tardi”.

6. Bisogna essere sempre solidali con gli altri

Uno dei più grandi insegnamenti che mi ha trasmesso nonna Ida è quello di essere sempre solidali con gli altri e di aiutarli quando ne hanno bisogno, con tutti i mezzi che si hanno a disposizione. I miei nonni sono cresciuti in una piccola contrada dove si conoscevano tutti, all’epoca si lavorava tutti insieme nei campi e la sera le famiglie a turno si riunivano a casa di qualcuno per cenare insieme. Ognuno faceva quello che poteva per contribuire alla comunità, c’era un forte spirito di collaborazione che non contemplava  invidie, gelosie e pettegolezzi. Mia nonna mi racconta sempre che quando le morì l’unica  mucca che avevano e da cui prendevano il  latte per i figli, tutto il vicinato a sorpresa fece una colletta per comprargli una nuova mucca, nonostante nemmeno loro versassero in buone condizioni economiche. Nonna Ida a tutt’oggi è sempre in prima fila quando si tratta di aiutare qualcuno, lo spirito di solidarietà, la gentilezza e la disponibilità ad aiutare il prossimo, l’ho ereditata da lei e per questo gliene sarò grata per tutta la vita.

7. Le preoccupazioni fanno invecchiare prima

La persona più tranquilla che abbia mai conosciuto in vita mia è nonno Sabato. Quando guardo il suo viso disteso e sereno non posso fare a meno di pensare a come sia possibile che dopo tutte le difficoltà che ha dovuto attraversare, sia sempre così calmo e tranquillo. Quando gli ho chiesto il segreto di questa sua disarmante serenità, mi ha risposto che nella sua vita non si è mai preoccupato di nulla, “le cose se devono succedere..succedono e basta”..ecco cosa mi disse un giorno “a che serve metterti una preoccupazione nella testa? solo a diventare matto!” Secondo lui è riuscito ad arrivare a 92 anni ed in buona salute perché non è mai stato preoccupato, “le preoccupazioni ti fanno invecchiare prima e ti fanno venire le rughe sulla fronte” è una delle frasi che mi ripete più spesso quando mi vede agitata per qualcosa, “vedi qualche ruga sulla mia fronte? Guarda tua nonna invece quante ne ha! E’ perché si preoccupa troppo”.

 8. L’autoironia aiuta molto

Quando nonno Sabato sorride, si intravedono gli unici due dentini rimasti  nella parte superiore,  un giorno gli consigliai di farsi una dentiera e lui mi rispose “Ma che dentiera! Non vedi che mi stanno spuntando i primi denti..adesso sono solo due, tra poco mi spunteranno tutti gli altri”. L’autoironia di mio nonno è disarmante, riesce sempre a sorridere di tutti i suoi difetti fisici senza piangersi mai addosso. Quando prendo in giro mia nonna perché ha già comprato i posti al cimitero, mio nonno dice:” sai qual è la vera tragedia? Che ha prenotato due posti vicini.. la devo sopportare anche da morto!”. Nonno Sabato è l’esempio lampante che essere autoironici nella vita aiuta molto, con lui ho imparato a ridere dei miei difetti, a volte lo facciamo insieme prendendoci in giro l’un l’altro, è un gioco tutto nostro ed è una delle prime cose che insegnerò ai miei figli.

9. Qualsiasi cosa accada, non perdere mai la fede

I miei nonni sono molto cattolici, nonna Ida ha un rosario sul comodino che recita tutte le sere prima di addormentarsi ed è la prima cosa che ha portato con sé tutte le volte che è stata ricoverata in ospedale. Lei dice che nella fede trova la forza di andare avanti e che quando si crede fermamente in qualcosa (nel suo caso in Dio) non bisogna aver paura di nulla. Anche mio nonno mi parla spesso di fede, non quella religiosa però, raccontandomi di quando da ragazzo per 4 anni fu prigioniero di guerra in Egitto. Durante quel periodo, molto duro, mio nonno ogni giorno pensava a quando sarebbe ritornato al suo paese, al fatto che avrebbe voluto crearsi una famiglia e avere dei figli e quel pensiero lo accompagnò per tutto il tempo della prigionia; anche quando fu colpito alla spalla da un proiettile non si perse mai d’animo. Lui aveva fede che tutto sarebbe andato bene e con questa fede immensa riuscì a non perdere mai la speranza di ritornare a casa. Grazie al loro esempio ho imparato che con la fiducia (per prima cosa in sé stessi) si possono affrontare anche le situazioni più difficili.

10. Quando cadi rialzati!

Nel terremoto del 1980 che colpì l’irpinia, i miei nonni in un solo giorno persero la casa che avevano costruito con i risparmi di una vita, il raccolto di tabacco per cui avevano duramente lavorato un intero anno e il capannone con tutti gli attrezzi agricoli che avevano comprato dopo anni di duri sacrifici. Casa e lavoro spazzati via in un attimo. Una cosa però il terremoto non riuscì a portargli via: la forza di rialzarsi e di ricominciare tutto da capo. Dopo il terremoto sono vissuti per 12 anni in una casa di legno prefabbricata continuando a lavorare per ricostruirsi una dimora tutta loro. Quando penso alla loro storia, alla disperazione che hanno provato nel vedere la loro vita frantumarsi in macerie, non posso fare a meno di pensare a quante volte mi è capitato di “cadere” e di non avere avuto subito la forza di rialzarmi..Invece grazie a loro ho imparato che l’essere umano è dotato di una forza interiore immensa, che tutto è superabile e che anche di fronte alle tragedie più grandi (come a quelle piccole) non bisogna mai arrendersi ma trovare sempre la forza di ricominciare.

11. Non cadere nella trappola del consumismo

I miei nonni sono stati i primi downshifters che ho conosciuto e questo è stato il primo insegnamento che ho ricevuto da loro fin da quando ero bambina. Quando da piccola a volte facevo i capricci per avere un nuovo giocattolo perché quello vecchio non mi piaceva più, mio nonno mi raccontava sempre che da bambino andava a scuola con le scarpe sulla spalla e le indossava solo nel momento in cui entrava in classe, questo perché quell’unico paio di scarpe che aveva, doveva durargli per tutto l’anno e non poteva permettersi di consumarle. E’ vero che loro hanno vissuto in un’epoca diversa, in cui c’era molta più povertà, un’epoca in cui il concetto di spreco faceva paura, perché  bisognava risparmiare, riusare, rattoppare, riciclare tutto il possibile. Oggi viviamo in un mondo padroneggiato dal consumismo, si compra tutto molto facilmente e con la stessa facilità dopo un po’ si butta via; i miei nonni mi hanno mostrato, invece, che si può vivere benissimo, anzi addirittura meglio, anche senza possedere tanto, che non serve a nulla affannarsi per acquistare e sfoggiare sempre cose nuove perché tutto ciò che c’è di bello nella vita non si può comprare.

Questi insegnamenti per me rappresentano una sorta di “testamento”, un bene di valore inestimabile che i miei nonni mi hanno lasciato in eredità, non potevo chiedere di meglio..

Finché potete, amate i vostri nonni, ascoltateli, abbracciateli, fatevi raccontare la loro vita e imparate dalle loro esperienze; se non li avete più accanto fate tutto questo con le persone anziane perchè ognuno di loro ha qualcosa di prezioso da insegnare.


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