Gli italiani e il campanilismo

Creato il 23 settembre 2012 da Viaggiaresemplice

Sfogliando un dizionario a caso ci si imbatte in questa definizione di campanile: “Costruzione a forma di torre che si eleva vicino a una chiesa o sulla chiesa stessa, nella cui parte più elevata si trovano le campane”. Aggiungiamo che in Italia non esiste paese che non abbia il suo campanile e che in qualche modo da questo non venga anche rappresentato. Chi non ha, forse anche suo malgrado, un ricordo legato a un tintinnio di campane? O un fermo immagine fissato nella memoria di campanili che si staglian nel cielo?

Così noi italiani ci ritroviamo a disputar singolar tenzoni all’ombra delle nostre torri moderne o antiche che siano, a ribadire la provenienza specificando quali e quante siano le differenze tra la nostra provincia e quella vicina, tra un quartiere e l’altro della stessa città, ricordando quanto possa diventare incomprensibile un accento nell’arco di 30 km e come una ricetta possa subire fondamentali cambiamenti al di là di una collina o ancora rammentando a chiunque l’impareggiabile clima e la supremazia culinaria…

Sgranano gli occhi gli stranieri che ci guardano e ascoltano mentre gesticoliamo in modo animato con connazionali di regioni differenti parlando delle nostre terre come se provenissimo da due continenti  lontani. Possan le differenze esser virtù e l’orgoglio riscatto per te, paese antico di unità recente. Possano i tuoi campanili continuar a risuonare con le corde tirate  a mano o gli altoparlanti che stridono, che alla fine, si sa, un rintocco non ha mai fatto male a nessuno, religioso o miscredente che sia.


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